Intesa europea su energia e clima rinnovabili obbligatorie, sì al nucleare

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Trovata una mediazione con le esigenze francesi e dei nuovi entrati dell’Est. Soddisfazione dal mondo ambientalista: “Svolta storica, ora bisogna passare ai fatti”

Accordo raggiunto al vertice dell’Unione sulle politiche per contrastare il riscaldamento globale
Gli obiettivi sulle fonti verdi saranno vincolanti, riconosciuto il contributo dell’atomo

<B>Intesa europea su energia e clima<br />rinnovabili obbligatorie, sì al nucleare</B>” src=”http://www.repubblica.it/2007/03/sezioni/ambiente/clima-vertice-ue/intesa-vicina-clima/stor_9931469_56300.jpg” width=”200″ /> </font> </p> <p><font size=Siccità in Cina

BRUXELLES – Il Consiglio Ue si è concluso con un accordo complessivo sul piano d’azione energetico per contrastare i cambiamenti climatici. L’Europa si impegna a stabilire ambiziose quote vincolanti nella riduzione di emissioni di gas serra, nella produzione di energia da fonti rinnovabili e nel risparmio energetico. I 27 hanno raggiunto infatti un’intesa sul piano proposto dal cancelliere tedesco , presidente di turno dell’Unione. Il testo di compromesso, ha commentato la Merkel, rappresenta una “svolta” nell’impegno a contrastare il riscaldamento globale. “Spero – ha proseguito il cancelliere tedesco – che otterremo l’accordo degli stati membri su questo testo che ha sicuramente dei nuovi elementi di qualità “.

Un difficile compromesso. Il nucleo storico dell’Unione è riuscita quindi a convincere con le adeguate compensazioni i nuovi entrati dell’Europa orientale della necessità di fissare obiettivi vincolanti sia nel campo del risparmio energetico che in quello della produzione da fonti rinnovabili come sole, vento e biomasse.

Obiettivo 20%. Il consiglio europeo indica un “obiettivo vincolante del 20% entro il 2020 del totale dei consumi di energia da fonti rinnovabili”. Un traguardo ambizioso, anche perché raggiunta l’intesa politica rimane ancora irrisolto il nodo di come tradurre il tutto da un punto di vista giuridico in una legislazione europea coerente. Per raggiungere l’obiettivo si terrà conto della media di quanto fatto da tutti gli stati, con quote differenziate a livello nazionale. Queste al momento non sono state ancora fissate, ma fonti Ue precisano che verrà fatto “al più presto” tenendo conto dei mix energetici di ciascun paese. Unico obiettivo vincolante dovrebbe essere quello minimo sui biocombustibili, fissato al 10%.
Il nodo legislativo. “Proporremo una legislazione”, ha detto il presidente della Ue, Josè Manuel Durao Barroso, annunciando che l’esecutivo presenterà le sue proposte “nel terzo trimestre dell’anno”. L’utilizzo dello strumento legislativo – che sarà oggetto di nuovi negoziati – consentirebbe alla Commissione di fare ricorso alla Corte di giustizia europea contro uno Stato inadempiente.

Il pedaggio pagato alla Francia. L’intesa è stata possibile anche grazie alle concessioni fatte alle pressioni francesi sul ruolo dell’energia atomica nel limitare le emissioni di anidride carbonica. Nella piano si riconosce infatti “il contributo dell’energia nucleare” per far fronte alle preoccupazioni sulla sicurezza e approvvigionamento dell’energia e per la riduzione delle emissioni di C02, rilevando però “l’importanza capitale” che siano tenute in considerazione la sicurezza dei processi.

Il ritardo italiano. Per quanto riguarda l’Italia, che parte con un grosso ritardo dopo anni di scarsa attenzione al problema, “bisogna veramente cambiare la struttura produttiva del settore energetico italiano” ha spiegato il presidente del Consiglio Romano Prodi, precisando che si tratta di “un impegno di grandissimo respiro, non è una cosa da poco”.

La soddisfazione di Barroso. Estremamente soddisfatto il presidente della Commissione Ue. “Questo – ha sottolineato Barroso – è stato il vertice più significativo cui ho partecipato, l’Europa ha dimostrato che è possibile prendere decisioni importanti e ambiziose e quando i leader europei andranno al G8 a giugno potremo dire che l’Europa assume la leadership” e che gli altri “devono unirsi a noi nella lotta ai cambiamenti climatici”.

“Importante come Kyoto”. Cantano vittoria anche le associazioni ambientaliste. “È la più importante decisione presa da due anni a questa parte, dopo la ratifica del Protocollo di Kyoto nel febbraio 2005”, ha commentato Francesco Tedesco, responsabile Campagna Energia e Clima di Greenpeace. “Con questa svolta storica l’Europa si mette al primo posto nella lotta al cambiamento climatico, dobbiamo essere davvero orgogliosi di questo”, ha aggiunto.

Il momento di passare ai fatti. Molto positivo pure il giudizio di Legambiente, che invita però il governo italiano “a passare dalle parole ai fatti”. “Non è infatti più ammissibile – afferma il presidente Roberto Della Seta – che alla posizione avanzata del nostro Paese nelle trattative internazionali sul clima non corrisponda un impegno concreto dell’esecutivo per favorire la produzione di energia pulita, attraverso nuovi meccanismi d’incentivazione delle fonti rinnovabili e la semplificazione delle procedure autorizzative”.

(Repubblica.it, 9 marzo 2007)

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