L’aiuto umanitario europeo è in costante aumento: +58% in 6 anni

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Nel 2006 la Commissione europea ha assegnato 7,6 miliardi di euro e ne ha spesi 6,5. I dati del rapporto annuale Europaid. Chiesto maggior impegno agli Stati membri, a cominciare dall’Italia

BRUXELLES – L’aiuto umanitario europeo è in costante aumento, e nel 2006 – tramite l’ufficio EuropeAid – la Commissione ha assegnato 7,6 miliardi di euro e ne ha spesi 6,5, per un aumento rispettivamente del 55% e 58% rispetto al 2001, anno di apertura di EuropeAid: sono alcuni dei dati riportati nel rapporto annuale sulla cooperazione allo sviluppo ed assistenza esterna.
L’esecutivo comunitario sottolinea come il cambio di approccio nell’aiuto allo sviluppo attuato dal 2001 abbia portato risultati migliori in termini di efficienza, rapidità ed efficacia, soprattutto in occasione di eventi inaspettati. Si tratta di nuove misure, quali il sostegno al bilancio, cui viene data molta importanza anche per l’autonomia lasciata ai destinatari dei fondi, una maggiore attenzione alla governance locale, necessaria per avere un sostegno al bilancio trasparente, la destinazione di fondi per le infrastrutture (tramite il PPP, partenariato pubblico-privato e il coinvolgimento elle comunità locali con cofinanziamento, per aumentarne la responsabilità), il Meccanismo internazionale temporaneo (adottato per aggirare Hamas negli aiuti alla Palestina), maggiori rapidità di risposta e flessibilità.
Monitorare l’attività di aiuto alla cooperazione della Commissione e dell’Unione Europea in generale (ovvero la Commissione assieme agli Stati membri) è molto importante per avere sott’occhio la fetta maggioritaria di denaro che transita dal Nord verso il Sud del mondo. La Commissione è il secondo donor mondiale dopo gli Usa per l’aiuto umanitario, e il quinto per l’aiuto allo sviluppo, mentre nel suo complesso l’Ue diventa il primo in entrambi, coprendo oltre il 52% degli aiuti mondiali allo sviluppo, e operando con oltre 150 partner.
Maggior impegno viene però richiesto agli Stati membri, a cominciare dall’Italia, che assegna allo sviluppo una percentuale del PIL inferiore a Malta. I paesi membri dell’Ue infatti hanno tutti sottoscritto i Millennium Development Goals (MDG), secondo cui i governi si impegnano a destinare entro il 2015 lo 0,7% del PIL ad aiuti ai paesi più poveri. A oggi, soltanto la Danimarca, il
Lussemburgo, l’Olanda e la Svezia hanno già raggiunto questo traguardo, mentre oltre la metà dei Ventisette non è nemmeno a metà strada. Se tutti i paesi impegnati nei MDG si allineeranno alle loro promesse, si stima un aumento di oltre 20 miliardi all’anno di aiuti umanitari disponibili dal 2010.


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