Mai più bimbi in carcere. Ma mancano norme specifiche per le mamme straniere

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Un nutrito cartello di associazioni di volontariato si è incontrato a Roma per discutere alcune proposte di modifica alla costituenda legge sulle mamme detenute

(Gruppoabele.org, 16 marzo 2007)
E’ attualmente in esame a Montecitorio il testo di una nuova legge denominata “Disposizioni per la tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori” approvato dalla Commissione Giustizia della Camera. La proposta, che andrà a modificare la vigente legge 40 del 2001 (legge Finocchiaro), arrivò in Parlamento nel 2005 con la raccolta di settemila firme. Il primo parlamentare a farsene carico fu Enrico Buemi (Sdi, Rosa nel Pugno).
Sono tre i punti su cui si concentra il testo: la possibilità di misure alternative al carcere per la mamma detenuta con figlio di età inferiore ai tre anni; il diritto del minore di essere accompagnato in ospedale o al pronto soccorso dalla madre; l’istituzione di Case famiglia protette in cui possano essere trasferite “le madri detenute – si legge nell’articolo cinque di tale disposizione – con prole di età non superiore ai dieci anni”.
Secondo Leda Colombini di “A Roma, insieme”, il provvedimento in via di approvazione sblocca una situazione di stallo creatasi con la legge Finocchiaro, la quale, seppur innovativa nei contenuti, si è rivelata difficilmente applicabile in concreto. Un primo scoglio della legge 40/2001 consiste nel quarto comma aggiunto all’articolo 147 del codice penale: secondo tale comma, il differimento della pena per detenute madri è revocato se “sussiste il concreto pericolo della commissione di delitti”. Questo significa che una mamma che abbia già alle spalle una o più condanne penali non ha la possibilità di usufruire del rinvio della pena o degli arresti domiciliari. “Tuttavia la detenuta madre tipo – ha spiegato il deputato Enrico Buemi – è una donna proveniente da ceti molto poveri o comunque immersa in una cultura di microcriminalità che ha, seppur giovane, nel suo curriculum più di una condanna penale. Ecco perché l’articolo 1 della nuova proposta di legge incide sulla normativa vigente togliendo questo vincolo”.
I bimbi detenuti con le madri in carcere sono oggi circa settanta, per lo più figli di donne straniere, illegalmente presenti sul territorio italiano. Per questo motivo l’avvocato Stefania Boccale, tra le redattrici dell’iniziale proposta di legge, ha criticato l’eliminazione dal provvedimento approvato dalla Commissione Giustizia della parte relativa alle detenute straniere: in particolare sono state stralciate, rispetto alla prima bozza, le norme che davano la possibilità di richiedere il permesso di soggiorno agli immigrati in carcere prima dello scadere della pena. La conseguenza di questa mancanza si rifletterà, a detta delle associazioni volontarie operanti nelle carceri, sulle mamme non appena uscite dal carcere: molte di queste, in quanto clandestine, rischieranno (secondo i dettami della legge Bossi-Fini) di essere espulse, in casi limite anche senza i loro bambini, che nel frattempo potrebbero essere stati inseriti nelle scuole italiane.
Dei diritti dei più piccoli, detenuti assieme alle loro mamme, si è discusso anche a Roma, mercoledì 23 gennaio 2007, durante il convegno “Che ci faccio io qui? – Perché nessun bambino varchi più la soglia di un carcere”. L’incontro è stato organizzato dall’associazione “A Roma, insieme”, impegnata nelle politiche sociali della capitale dal 1991 e che dal 1994 si è concentrata sul lavoro con le donne e i bambini in carcere. Alla giornata hanno partecipato numerose altre associazioni operanti in ambiti affini, tra cui la Consulta penitenziaria del Comune di Roma; “Bambini senza sbarre” di Milano; la Comunità Sant’Egidio di Roma; “Donne Fuori” di Bologna e “Ristretti orizzonti” di Padova.
Scopo del summit è stato quello di valutare il disegno di legge appoggiato da Buemi e di mettere a disposizione esperienze, riflessioni e proposte di chi da anni opera nelle carceri, affinché il testo che verrà approvato dal Parlamento produca una rapida ed efficace risoluzione del problema dei bambini reclusi.

Per leggere il testo della Legge Finocchiaro clicca qui.

Per leggere le “Disposizioni per la tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori” clicca qui.

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