Psicofarmaci o cocaina: la vita normale di lavoratori ”dipendenti”

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Il 75% delle persone prese in carico da servizi e comunità terapeutiche sono adulti con un posto di lavoro. E un’indagine condotta in 10 grosse aziende del milanese rivela: il 7% dei lavoratori ha provato droghe pesanti

MILANO – Sono lavoratori dipendenti, ma invece di un contratto a tempo indeterminato hanno in mano una confezione di psicofarmaci o una bustina di cocaina. Solo così affrontano i disagi di ogni giorno: l’ansia da prestazione, il senso di precarietà, le pressioni del mobbing. Se ne sono accorti Sert (Servizi territoriali) e Noa (Nuclei operativi alcologia): il 75% delle persone prese in carico da servizi e comunità terapeutiche sono adulti con un posto di lavoro. L’abuso di sostanze stupefacenti, lecite e illecite, tra i lavoratori è un problema, tanto che domani se ne parlerà anche a Bruxelles. Di fronte a membri del Parlamento europeo verrà presentato il progetto “Euridice”, un network tematico su dipendenza da sostanze, disagio psicosociale e mondo del lavoro, che coinvolgerà i diversi


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