Global Wind Day, Giornata mondiale per promuovere l’energia eolica
“Per l’Europa l’eolico rappresenta una chiave per contribuire a risolvere l’incombente crisi climatica e raggiungere gli obiettivi di produzione di energia da fonti rinnovabili entro il 2020 deciso dall’UE nel rispetto del Protocollo di Kyoto” – sottolinea Legambiente che a partire dal 20 giugno allestirà uno spazio espositivo dedicato al Wind Day a Roma, nel Parco dei Daini a Villa Borghese, dove si alterneranno iniziative, convegni, eventi, laboratori proiezioni e mostre sull’energia dal vento.
Attualmente in Italia gli impianti eolici installati superano i 5mila MW e una produzione di 6,7 TWh, risultati che ancora una volta confermano l’affidabilità e l’efficacia di questa tecnologia. “Per proseguire con la crescita degli impianti di grande e piccola taglia è fondamentale ora aprire un confronto sulle regole, in modo da garantire trasparenza, legalità e integrazione dell’eolico nel paesaggio” – ricorda Legambiente. L’associazione si augura che la giornata odierna sia l’occasione per ottenere il consenso da parte del Governo sulle linee guida – attese dal 2003 – per l’approvazione degli impianti che permetterebbero di valorizzare nel modo migliore l’energia del vento nelle diverse regioni italiane.
Secondo l’Associazione Europea dell’Energia Eolica (Ewea), proprio l’Italia appare promettente per quanto riguarda lo sviluppo dell’energia ricavata dal vento: l’Italia si posiziona infatti al terzo posto nella classifica degli stati stilata in base alla capacità installata nel 2009 (in .pdf). A guidare questa particolare classifica c’è la Spagna, con l’installazione di impianti per 2459 MW; in seconda posizione c’è la Germania (1917 MW) e in terza, per l’appunto, l’Italia, con 1114 MW. In dieci anni, dal 1999 al 2009, la capacità degli impianti eolici italiani è passata da 282,55 MW a 4844,80 MW; l’Europa stima di arrivare a una produzione complessiva entro il 2020, di 230 GW, cui l’Italia contribuirà per 11,8 GW.
A frenare losviluppo in Italia ci sono fattori burocratici (occorrono tre o quattro anni per ottenere il permesso alla costruzione di una centrale eolica) e tecnici (in primis la presenza di una rete elettrica insufficiente, che in certe condizioni non è in grado di assorbire tutta l’energia prodotta e costringe allo spegnimento temporaneo dei generatori) e la minaccia di un decreto, in corso di elaborazione, che potrebbe creare grossi problemi alla costruzione di nuovi impianti.
Inoltre la recente manovra economica del Governo prevede il blocco dell’acquisto dei Certificati Verdi (ossia quei titoli negoziabili che corrispondono a un certo quantitativo di anidride carbonica, che ottiene chi produce energia emettendo meno CO2 rispetto alle centrali alimentate da fonti fossili e può rivendere a chi invece non rispetta i limiti sulle emissioni) da parte del Gestore dei Servizi Energetici, creando seri problemi al sostegno delle fonti di energia rinnovabile. Una misura nei confronti della quale le associazioni ambientaliste e promotrici dell’energia eolica hanno fortemente protestato sia per i danni economici e di perdita di livello occupazionale, sia per i mancati benefici ambientali della manovra.
Secondo il rapporto Energy [R]evolution diffuso nei giorni scorsi da Greenpeace insieme all’European Renewable Energy Council (Erec) , l’industria delle rinnovabili può creare otto milioni e mezzo di posti di lavoro entro il 2030 se i governi colgono l’opportunità di investire in un futuro più verde. Allo stato attuale, i posti di lavoro in energie rinnovabili sono soltanto 2,4 milioni a fronte di 8,7 del settore energetico a livello mondiale. [GB]
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