A Tokyo è emergenza acqua “Non fatela bere ai bambini”
TOKYO – Dicono tutti che non bisogna aver paura ma c’è una brutta notizia ogni giorno. Ieri la radioattività in un depuratore dell’acquedotto di Tokyo è salita a livelli di emergenza tanto da turbare il sorriso fisso e l’aria ostentatamente tranquilla del governatore della capitale. Il signor Shintaro Ishihara è apparso in tv consigliando ai suoi concittadini di non fare bene ai bambini piccoli l’acqua del rubinetto. Ha dovuto farlo dopo che i suoi tecnici gli avevano riferito della presenza di un quantitativo doppio di iodio radioattivo rispetto al limite tollerabile per i neonati. Consiglio di prudenza, buttato lì come una normale precauzione, senza alcun riferimento alla zona inquinata che sarebbe proprio a ridosso di Ginza, il salotto della capitale sede dei negozi e dei caffè più esclusivi ed eleganti. Inquietante suggerimento giunto di prima mattina a una popolazione che si era già svegliata con l’ennesima scossa “di assestamento”, un terremoto del sesto grado della scala Richter che seminerebbe panico e distruzione in paesi meno avvezzi ed attrezzati. L’acqua minerale è diventato dunque un altro prodotto da accaparrarsi in fretta dopo l’allarme di due giorni fa su latte e vari altri tipi di verdure. Nessun disordinato assalto ai negozi secondo uno stile ormai consolidato, ma un enorme incremento di vendite che adesso ha già ridotto in maniera allarmante le scorte in un paese dove è ancora diffusa l’abitudine di usare e bere abitualmente l’acqua dell’acquedotto. Particolare da sottolineare: nessun aumento dei prezzi. Nessuno spiega il perché della presenza massiccia di radiazioni proprio nel centro cittadino dopo giorni di martellamento ossessivo sulla assoluta sicurezza di Tokyo distante 240 chilometri dalla centrale fuori controllo di Fukushima. Alla prefettura di Tokyo dopo una estenuante balletto di inchini, sorrisi e risposte fuori tema, se la cavano con un “sarà stata la pioggia”. Allora la pioggia che cade fitta e sottile da tre giorni, è radioattiva? “Ma certo che no, comunque non c’è pericolo”. È la linea ufficiale, imposta con una accorata pressione patriottica anche a giornali e tv: dare solo notizie rassicuranti, pensare sempre al morale della popolazione. Così ieri, il consiglio governativo sull’acqua è stato surclassato su tutte le reti da servizi su storie edificanti come quella del piccolo delfino salvato da un gruppetto di giovanotti nell’entroterra di Sendai, una delle città più colpite dello tsunami. Poche e sbrigative immagini sono state concesse al fumo nero che a un tratto si è levato dal reattore numero 3 della centrale di Fukushima e alla conseguente fuga del personale che da giorni lavora per mettere in sicurezza l’impianto con risultati assolutamente confusi. «Emette ancora radiazioni, ma non sappiamo spiegare il perché», sfuggiva a un tecnico in tuta bianca in coda a un reportage intitolato “A Fukushima tutto bene”. Intanto, mentre sono ripresi i black out programmati di quattro ore per quartiere e la riduzione dell’acqua in molti aree periferiche, Tokyo confida nel vento che fino a ieri ha soffiato proprio da Nord ma che domani dovrebbe cambiare direzione, allontanare le nubi radioattive e, prima o poi, portare qualche buona notizia.
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