Appalto a Finmeccanica, si uccide viceprefetto Saporito

by Sergio Segio | 31 Marzo 2011 15:46

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ROMA – Si è tolto la vita nel pomeriggio di mercoledì a Roma il viceprefetto Salvatore Saporito sparandosi un colpo di pistola con la sua arma di ordinanza. Saporito era indagato dalla Procura di Napoli nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti per la realizzazione del Cen nel capoluogo partenopeo, il «cervellone elettronico» dove sarebbero confluite le immagini delle telecamere ai fini della sicurezza e dell’ordine pubblico.

APPALTI A FINMECCANICA – Il viceprefetto Saporito prestava servizio al ministero dell’Interno e secondo l’accusa avrebbe avuto un ruolo nell’aggiudicazione dell’appalto a un’azienda del gruppo Finmeccanica. Il viceprefetto Saporito si è ucciso all’interno di un alloggio in un complesso della polizia di Stato nella zona di Castro Pretorio a Roma.

INDAGATO DAL 2010 – Era depresso e preoccupato Salvatore Saporito per l’inchiesta sugli appalti a Napoli per la cittadella della sicurezza che lo vedeva coinvolto. Nel maggio del 2010 durante un interrogatorio da parte del procuratore aggiunto Rosario Cantelmo e dai sostituti della Dda Vincenzo D’Onofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli la sua posizione da persona informata dei fatti si era trasformata in quella di indagato. Da allora ai colleghi aveva confidato di essere molto preoccupato per gli effetti che l’inchiesta avrebbe avuto sulla sua carriera ed anche per il peso economico delle spese legali che stava sopportando. Saporito lascia la moglie ed una figlia.

L’INCHIESTA – L’inchiesta sugli appalti Finmeccanica della Procura di Napoli rappresenta una «costola» dell’indagine sugli appalti al Comune partenopeo e, in particolare, del filone che portò al coinvolgimento di Mario Mautone, ex provveditore alle Opere pubbliche della Campania e del Molise. Nel corso dell’inchiesta vennero alla luce presunte irregolarità  relative ad alcuni appalti riguardanti il cosiddetto «piano sicurezza», a Napoli e in provincia. L’attenzione dei magistrati, in particolare, si è concentrata sulla videosorveglianza e sulla realizzazione del Cen, il Centro di documentazione elettronica della polizia che sarebbe dovuto sorgere nell’area di Capodimonte. Al momento alcuni funzionari e dirigenti di Finmeccanica e di società  del gruppo risultano indagati. Secondo indiscrezioni l’indagine si sarebbe estesa anche ad altri episodi e sarebbe entrata in una fase cruciale. Il fascicolo è affidato ad un pool di quattro magistrati della Dda – D’Onofrio, Falcone, Filippelli, Maresca – coordinati dal procuratore aggiunto, Rosario Cantelmo.

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