Il comandante Veri: “Attueremo misure severe”

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NAPOLI – L’ammiraglio Rinaldo Veri è conciso ma chiarissimo: «La Nato attuerà  un embargo severo nel Mediterraneo fino all’abbordaggio delle navi sospette». E se, ad esempio, «una nave non fosse pulita, si renderebbe necessario l’invio di nostri uomini armati a bordo per una investigazione completa e, ancora, se a bordo trovassimo resistenza sarebbe autorizzato anche l’uso della forza». Comando Nato di Bagnoli, l’area occidentale di Napoli. Una città  nella città . Esiste dal 1951 e occupa queste bianche palazzine dal 1953. Parte da qui, ufficialmente, la missione verso il controllo di tutte le imbarcazioni sospette dirette verso la Libia, incendiata dalla guerra, per impedire il rifornimento di armi e l’invio di mercenari. Da questo luogo che anche adesso si mostra apparentemente tranquillo – “soliti” controlli ma niente di più, qualche ufficiale che sfrutta il sole primaverile per fare jogging di prima mattina, nessun cartello che segnala un elevato segnale di pericolo – scatta “Operation Unified Protector”. Tecnicamente affidata all’Allied Marititime Command che ha il suo acquartieramento nell’isolotto di Nisida. Il suo comandante, l’ammiraglio Rinaldo Veri, spiega la missione: «Al momento conta sulla presenza di unità  di Italia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Grecia, Turchia, Spagna e Canada. Sono fiducioso: nei prossimi giorni avremo le forze navali sufficienti per l’attuazione completa dell’embargo». Navi, sottomarini e velivoli comporranno la task force. Massima attenzione, indica, «al fianco marittimo della Libia dove è molto facile far giungere armi; è quella zona che in questi momenti stiamo isolando perchè dobbiamo chiudere la porta principale al possibile ingresso di armamenti». Una grande cartina geografica alle spalle di Veri segna in blu il Comando di Napoli e circoscrive l’area della Libia. La missione “Unified Protector” è in pieno corso.


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