Immigrazione e bufale di governo. L’emergenza e la propaganda
Gli sbarchi a Lampedusa erano assolutamente prevedibili e invece il ministro Maroni non li ha voluti prevedere perché impegnato a propagandare la “Missione compiuta” del suo ministero di azzeramento degli sbarchi, di chiusura del centro di Lampedusa in seguito all’accordo italo-libico. Una posizione propagandistica che gli avvenimenti della Libia e più in generale del Nord Africa hanno clamorosamente smentito. Peraltro nel periodo in cui l’accordo italo-libico “ha funzionato” circa 50.000 profughi sono sbarcati in Grecia, anch’essa frontiera europea. Altri centinaia di migliaia si sono ammassati in Libia, e non sappiamo quanti di loro sono morti in mare e nel deserto. Comunque mentre noi gridiamo all’invasione, oltre 300.000 persone hanno lasciato la Libia dal confine tunisino ed egiziano. Gli immigrati che arrivano a Lampedusa sono “persone” e come tali vanno accolti e assistiti. L’ipotesi di un loro rimpatrio non potrà che avvenire con i tempi e le procedure previste dalla Direttiva Europea n. 115 con la collaborazione degli interessati e dei loro paesi d’origine. Ogni altra ipotesi agitata dal ministro Maroni, come quella dei “rimpatri forzosi”, è assolutamente impraticabile. La protezione umanitaria, per quelli che sono arrivati e che potrebbero arrivare (50.000?) spalmata su tutto il territorio, non potrebbe certo essere considerata insopportabile. È insopportabile lasciarli ammassati a Lampedusa, senza assistenza e quasi senza cibo, compresi i minori. È evidente che il Governo non vuole affrontare e risolvere l’emergenza, ma vuole coltivarla. È falso affermare che l’Italia sia la in Europa a farsi carico dei rifugiati: in Italia abbiamo 55.000 contro i 600.000 della Germania, 300.000 in Francia, 200.000 nel Regno Unito. In quanto alle risorse l’Italia, per l’accoglienza e l’integrazione spende quasi zero del proprio bilancio e ciò che spendiamo proviene dal fondo europeo (Fei circa 75 milioni). Il governo ed il ministro Maroni si stanno assumendo una grave responsabilità per la situazione di caos a Lampedusa, per la violazione dei diritti umani, i disagi alla popolazione locale e la spregiudicata ed irresponsabile strumentalizzazione nei confronti dell’opinione pubblica. Occorre un’operazione di verità perché gli immigrati, che arrivano sulle nostre coste, non sono colpevoli di nulla, né si può addossare la responsabilità all’Europa, alla sinistra, ai buonisti, e prendere atto del fallimento di questo governo
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