La cittadella fantasma di Segrate Case, villette e strade: ma è tutto abusivo

Loading

milano – All’ingresso dell’enorme comprensorio anche i cartelli che segnalano i passi carrai, i divieti, case in mattoni o in legno perfettamente allineate, viuzze asfaltate, tettoie per il parcheggio delle auto e una recinzione che mantiene le distanze dal resto del mondo con tanto di piante rampicanti. Non è lo spot di un nuovo complesso residenziale destinato alle famiglie della borghesia milanese. O un villaggio del futuro costruito sulla falsariga dei complessi di Milano 2 e Milano 3 di impronta berlusconiana. Niente di tutto questo. La «Città  delle feste» di via Dante, a Segrate, comune nella zona Est della cintura milanese, è un mega-insediamento composto da un’ottantina di immobili, popolato, ormai da «decenni», da una comunità  di giostrai, perfettamente integrata e che «non ha mai dato alcun fastidio ai residenti», tengono a precisare gli abitanti del quartiere. Il problema è che è un villaggio-fantasma, completamente abusivo, visto che le case sono state tutte costruite senza lo straccio di una autorizzazione comunale. Quaranta sono in muratura, altrettante sono prefabbricati in legno o lamiera. Solo una casa, al centro del complesso, è su due piani. L’aspetto è più che dignitoso, le rifiniture sembrano anche di buona fattura. All’interno si può accedere da un passo carraio con tanto di sbarra, oppure da un’entrata laterale pedonale davanti alla quale si invita, con un cartello, a non parcheggiare. Questo hanno certificato le indagini della procura di Milano, chiamate alla sorprendente scoperta da una denuncia presentata nel dicembre scorso dallo stesso Comune di Segrate, che improvvisamente, dopo anni, si era accorto di un lungo elenco di irregolarità . L’amministrazione, nella denuncia, chiamava in causa la proprietaria dell’area per quello che definiva un macroscopico «abuso edilizio». La giunta, solo pochi mesi prima, aveva anche tentato di far abbattere le costruzioni, con un provvedimento urgente. Niente da fare. L’intestataria dell’intera area, infatti, si era vista dare ragione dal Tar. L’anziana signora, Eleonora C., classe 1914, nulla sapeva di quel presunto complesso residenziale, costruito a sua insaputa su un terreno che al catasto risultava da sempre essere area agricola. Lei e l’ormai scomparso marito, agli inizi degli anni ‘70, lo avevano affittato, seguendo tutte le regole imposte dalla legge, a un gruppo di famiglie che si accingeva a gestire il più importante luna park milanese, conosciuto oggi come l'”Europark” dell’Idroscalo. In tutti questi anni i pagamenti erano stati regolari, nessuno si era mai lamentato di nulla: ciò rivendicava nel suo ricorso l’arzilla novantasettenne. Sono passati quarant’anni, e la signora Eleonora, un po’ per distrazione un po’ per semplice leggerezza, da allora non si è mai più occupata di verificare come venisse gestito quel terreno, né dei cambiamenti che erano stati apportati. Quando il pm milanese Tiziana Siciliano, un mese fa, ha spedito i suoi investigatori a capire quali e quanti abusi edilizi fossero stati commessi su quell’area, ha scoperto l’impensabile. In quel terreno, dall’esterno perfettamente conservato, risiedono stabilmente 78 capifamiglia. La procura ha fatto un calcolo approssimativo: nel villaggio dovrebbero vivere quasi 700 persone. Risultano essere tutte regolari. Non una comunità  rom, ma italiani, con tanto di regolari documenti, con i figli che frequentano stabilmente le scuole e che si sono perfettamente integrati nel tessuto sociale. Gli allacciamenti a luce, acqua e gas sono a norma e le bollette vengono pagate con puntualità . Come è stato possibile che nessuno, in questi anni, si sia mai reso conto di nulla? Il pubblico ministero Siciliano ha chiesto agli uomini della sua polizia giudiziaria di ascoltare le testimonianze dei residenti della zona. E le risposte sono state concordi. «Quel quartiere – ha spiegato una commerciante di via Dante, a verbale – esiste da quando sono nata. Delle ragazze che vi abitano frequentano mia figlia, sono compagne di scuola e non ci hanno mai creato alcun problema». Al magistrato, ieri mattina, non è rimasto che inviare all’ufficio gip la richiesta di archiviazione per la signora Eleonora. Il reato di «abuso edilizio», ormai, è ampiamente prescritto. Se qualcuno doveva vigilare sulla «Città  delle feste», era il Comune di Segrate. Ma quarant’anni fa.


Related Articles

«Le commissioni pilotate Così hanno gestito 90 milioni»

Loading

Accordi tra schieramenti politici opposti per modificare le commissioni aggiudicatrici e spartirsi la torta degli appalti

Quindici spari contro i banditi in fuga vigilante uccide due rapinatori nel Bresciano

Loading

I malviventi hanno incrociato il furgone portavalori, l’auto crivellata della banda si è schiantata contro un muro. Ha impugnato la Beretta e intimato l’alt, gli altri hanno tentato di investirlo in retromarcia. Hanno cercato di rianimarli sull’asfalto, il terzo complice è stato catturato dopo

Cie, una gabbia per lavarsi Denuncia dei medici Medu

Loading

gabbie cie lamezia

Gabbie gialle e fresche di pittura, ma gabbie lo stesso. Migranti rinchiusi dietro il filo spinato e un muro di silenzio difficile da rompere. Non “centri di accoglienza” o di “permanenza” ma carceri a tutti gli effetti, non cosiddetti “ospiti” ma “detenuti”.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment