La maggioranza presenta un emendamento. L’opposizione insorge: è una norma punitiva

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ROMA – Questa volta lo firma un leghista, Gianluca Pini. Una norma che stravolge l’attuale meccanismo della responsabilità  civile dei giudici. Tutto a scapito delle toghe. Leggi contro i giudici, sempre e comunque. Questa maggioranza non si ferma mai. È una fucina continua. L’ultima, in ordine di tempo, la Pd Donatella Ferranti, la scopre ieri, infilata in una legge impensabile, la Comunitaria del 2010, ddl che recepisce nella legislazione italiana input obbligatori provenienti dalla Ue. Tre parole in tutto, e il gioco è fatto. Di importanza, questa sì, «epocale» , come ironizza l’ex magistrato Ferranti. «Mi sa che di “epocale” qui c’è solo la fretta con la quale questa maggioranza vuole punire i magistrati». Vediamo come. Oggi, nella legge Vassalli dell’88 che disciplina la responsabilità  civile dei giudici dopo il famoso referendum in cui la maggioranza degli italiani si pronunciò per renderla più incisiva, è scritto che la toga risponde solo di fronte alla contestazione di un «dolo o di una colpa grave». In futuro la formula, secondo la proposta di Pini, può cambiare così, «in violazione manifesta del diritto». È ben evidente come lo spettro delle possibili responsabilità  si allarghi grazie a una formula generica rispetto a un’altra molto più circostanziata. L’emendamento salta fuori perché oggi la commissione Giustizia, in cui la Ferranti è capogruppo per il Pd, dovrà  dare il parere alla richiesta di modifica, pronunciandosi sulla sua congruità  rispetto alla segnalazione dell’Europa. Dove, sulla base di un caso concreto, la causa Traghetti del Mediterraneo, finito all’attenzione della Corte di giustizia del Lussemburgo, è stato messo in rilievo che la legge italiana risulta «incompatibile con l’ordinamento europeo in quanto esclude ogni responsabilità  dello Stato per i danni arrecati ai singoli per violazioni al diritto comunitario commesse da un organo giurisdizionale nazionale nell’interpretare norme o nel valutare fatti o prove». Ma quel caso riguardava una violazione comunitaria, ed è discutibile che lo si possa prendere a prestito per stravolgere una legge, peraltro alla vigilia di una riforma costituzionale. Nel testo Alfano è previsto il capitolo della nuova responsabilità , che non sarà  più a carico dello Stato, ma colpirà  la toga nel suo portafoglio. Ma quello di Pini, se otterrà  l’ammissibilità , ha tutto il sapone di un anticipo grave. Come dice la Ferranti «è pazzesco che una modifica di tanto peso venga fatta così…».


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