Parmalat, giochi aperti per la cordata italiana

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MILANO – Con tutta probabilità , è ancora presto per dire se l’intervento del governo abbia rimesso in discussione il futuro di Parmalat. Di sicuro, la decisione di rinviare a fine giugno le assemblee delle società , per contrastare le mire del colosso francese Lactalis salito al 29% di Collecchio, ha aperto uno spiraglio. In cui si sono subito infilati i due attori protagonisti della possibile cordata tricolore: il gruppo alimentare Ferrero con il sostegno finanziario da Intesa Sanpaolo. Le indiscrezioni dei giorni scorsi sono diventate ieri certezza con le dichiarazioni dell’amministratore delegato della banca, Corrado Passera: «Ferrero potrebbe essere interessato a un progetto industriale di lungo periodo, è uno dei presupposti cui stiamo lavorando ma non è il solo. E se ci sono progetti industriali seri, trovare crediti e supporti finanziari non è un problema». Allo stesso modo, dal quartier generale della fabbrica della Nutella filtrano le tre condizioni per l’ingresso nel capitale di Parmalat: che sia di stampo italiano, che sia un progetto industriale e che sia di lungo termine. Se così fosse, ci sarebbe da aspettarsi a breve un incontro tra i manager dei due gruppi per capire il da farsi. Ma secondo la stampa francese, una riunione ci sarebbe già  stata. Lo ha riportato il quotidiano transalpino Les Echos, secondo cui Giovanni Ferrero, patron del gruppo piemontese, e Emmanuel Besnier, numero uno di Lactalis, si sarebbero già  visti a Parigi martedì scorso e secondo quanto si legge nell’articolo «starebbero pensando alla creazione di una holding di controllo di cui sarebbero gli azionisti». Un‘operazione – sempre secondo Les Echos – cui parteciperebbe, oltre a Intesa, anche Granarolo, Mediobanca e, forse Unicredit. Sempre dal fronte francese, ieri è arrivata la reazione di Lactalis, affidata al numero uno in Italia, Mario Sala. Il quale, in sintesi, ha detto che «è scorretto cambiare le regole in corsa», che »Lactalis vuole salvaguardare gli asset produttivi senza nessun intento speculativo» e che «è pronta a valutare progetti interessanti». E per quanto riguarda l’italianità , Sala ha tenuto a sottolineare che Lactalis Italia (il cui marchio più importante è Galbani) acquista più latte italiano di quanto non faccia oggi Parmalat. Alla cordata battente bandiera italiana partecipa, anche se solo idealmente, anche il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia: «Se ci sarà  una soluzione italiana saremo molto felici, ed in questo senso siamo pronti ad aiutare». Dichiarazione di apertura che fa da contraltare alle critiche al governo per il suo intervento protezionistico: «Le regole non possono essere cambiate in corso d’opera, tutto sommato l’attrazione degli investimenti esteri è un fatto positivo» Chi, invece, è apertamente critico con il governo è il segretario del Pd, Pierluigi Bersani: «Non possiamo svegliarci quando i buoi sono usciti dalla stalla. Mi auguro che ci sia una risposta italiana, ma ci potevamo svegliare prima. C’è stata un’incuria del sistema di cui dovremo vergognarci».


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