“Sbagliato chiamarle toghe rosse però la Boccassini perseguita Silvio”

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ROMA – Berlusconi come Mozart «che era un genio e poi pizzicava il sedere delle donne, delle servette. Lui non è un ipocrita. Certo, poteva essere più prudente, le telefonate sono quelle che purtroppo leggiamo». Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, parlando a “La zanzara” su Radio24, ieri ha bacchettato il premier. «Se Berlusconi – ha aggiunto Confalonieri, amico fin dalla gioventù del presidente del consiglio – non avesse detto “toghe rosse” sarebbe stato meglio, la magistratura non è tutta comunista. Ci sono tantissimi magistrati che fanno bene il loro mestiere, ma altri hanno pregiudizi o delle ragioni politiche o altro nei confronti del Cavaliere». Inevitabile il riferimento al pm di Milano Ilda Boccassini, accusata di persecuzione: «I reati contestati a Berlusconi non esistono, non parliamone neanche. La Boccassini perseguita Berlusconi: lui ha avuto 26-27 processi, o sei Al Capone o sei un perseguitato dalla giustizia». E a La zanzara, Confalonieri regala anche un inedito: «A Palazzo Grazioli ho una stanza mia, con il pianoforte. Dormo a tre stanze di distanza da Berlusconi, ma non ho mai visto nulla di tutto quello che si dice. Vado a dormire presto e poi alle cene non vado: soffro di ernia iatale e la sera devo mangiare poco». E Ruby nipote di Mubarak? «Non lo so, può darsi. Ma scusi, Mubarak può confermare o smentire? Può darsi che a Berlusconi gliel’abbiano detto». Ancora consigli e affettuosi rimproveri: «Berlusconi sbaglia quando chiama in tv: se ti fanno arrabbiare, piuttosto spegni, no? Comunque va detto che gliele fanno anche girare, eh… il suo bello è anche essere come the man in the street…». Tornando a parlare di televisione, il presidente di Mediaset è sembrato voler allontanare il pensionamento di Emilio Fede: «Guardate ad esempio in questi giorni com’è bravo a gestire tutta questa vicenda della Libia. Lo fa perché è stato un grande inviato. Io il Tg4 lo guardo». Apprezzamenti per Enrico Mentana: «È sempre un fuoriclasse – ha detto ancora Confalonieri – ma è lui che non è voluto tornare. Per un periodo l’avevamo corteggiato, ma lui non ha voluto». A Iseo, alla seconda giornata di Nord Camp 2011, organizzata dall’associazione Trecentosessanta guidata da Enrico Letta, Confalonieri ha anche parlato di Michele Santoro: «Lui da noi? Per carità , costa un’ira di Dio. E poi perché dovremmo portarlo via dalla Rai? Le sue trasmissioni sono da servizio pubblico», e qui Paolo Garimberti, presidente della Tv di stato, ha esclamato: «Questa dichiarazione sia messa a verbale». Confalonieri – di un anno più giovane di Berlusconi: 73 anni Fedele, 74 Silvio – al suo storico amico Cavaliere dà  anche un consiglio: niente scalata al Quirinale. «Mah, cosa ci va a fare, lui. Al Quirinale deve andare uno che ha un passato magari nella Banca d’Italia. Vabbè, lasciamo perdere». E del futuro il presidente di Mediaset ha parlato anche. «Il dopo Berlusconi? È molto di là  da venire, io gli voglio allungare la vita professionalmente».


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