È ufficiale: Fukushima come Chernobyl

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Un funzionario della Tepco, la società  che gestisce l’impianto, ha evocato addirittura la possibilità  che i livelli di radioattività  siano superiori: «La perdita radioattiva non si è ancora arrestata completamente», ha spiegato, «e la nostra preoccupazione è che possa anche superare Chernobyl». Intanto una nuova cossa di magnitudo 6,3 (valutazione preliminare) è stata registrata nel pomeriggio di martedì (attorno alle 7 del mattino in Italia) Giappone, con epicentro proprio la prefettura di Fukushima. La Tepco ha ordinato ai lavoratori di evacuare l’ impianto.

LA FUGA DI RADIAZIONI – Il sistema di raffreddamento della centrale nucleare, a seguito del sisma dello scorso 11 marzo, si è interrotto facendo aumentare la temperatura all’interno dei reattori e causando, per effetto dei problemi conseguenti, la fuoriuscita di radiazioni. La decisione è stata annunciata alla televisione nazionale da un funzionario della commissione per la Sicurezza nucleare. La quantità  di radiazioni che fuoriescono dalla centrale, ha spiegato, è pari a circa il 10% di quella di Chernobyl. Tuttavia, secondo quanto dichiarato dai funzionari Nisa, uno dei fattori alla base della decisione è che l’importo complessivo di particelle radioattive rilasciate nell’atmosfera dall’inizio della crisi ha raggiunto quantità  tali da soddisfare un incidente di livello massimo sulla scala dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica. A ciò si aggiunge, appunto, la dichiarazione della Tepco sui timori di un quantitativo di perdite radioattive che alla fine possa essere nel complesso superiore a quello registrato nel caso Chernobyl.

«GRAVE INCIDENTE» – Secondo l’Aiea di Vienna, il nuovo ranking significa un «grave incidente», con «conseguenze più ampie» rispetto al livello precedente. «Abbiamo alzato il livello di gravità  a 7 perché la fuoriuscita di radiazioni ha avuto impatto nell’atmosfera, nelle verdure, nell’acqua di rubinetto e nell’oceano», ha detto Minoru Oogoda, della Nisa appunto. La revisione si è basata su un controllo incrociato e valutazioni dei dati sulle perdite di iodio-131 e cesio-137, ha spiegato un altro uomo Nisa, il portavoce Hidehiko Nishiyama. «Abbiamo evitato – ha continuato – di fare dichiarazioni finché non abbiamo avuto dati certi. L’annuncio è stato fatto adesso perché è stato possibile guardare e controllare i dati raccolti in due modi diversi», ovvero le misurazioni di Nisa da un lato e della commissione per la Sicurezza nucleare dall’altro. Nishiyama ha sottolineato che a differenza di Chernobyl non ci sono state esplosioni del nocciolo dei reattori dello stabilimento, anche se ci sono state esplosioni di idrogeno. «In questo senso – ha concluso – questa situazione è totalmente diversa da Chernobyl». Tuttavia la Tepco ha ammesso per bocca del portavoce Junichi Matsumoto che sono ancora in corso le operazioni per stimare la quantità  totale di materiale radioattivo che potrebbe essere rilasciato nell’incidente e questa potrebbe addirittura superare quella di Chernobyl.


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