Haiti sotto i riflettori, Pakistan dimenticato. Rapporto Msf

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ROMA – Non una top ten, ma un focus sul rapporto tra emergenze dimenticate e mediatizzate. Quest’anno il Progetto “Crisi dimenticate” di Medici senza frontiere insieme all’Osservatorio di Pavia cambia e si occupa solo del terremoto ad Haiti e delle alluvioni in Pakistan. Nel primo caso c’è stata un’enorme copertura da parte dei media, mentre nel secondo la tragedia è passata sotto silenzio.
“Quest’anno – spiega Msf – abbiamo deciso di non produrre più una Top10, ma di focalizzarci sul rapporto tra emergenze mediatizzate ed emergenze dimenticate. Nel 2010, il terremoto che ha colpito Haiti e le alluvioni che hanno devastato intere regioni del Pakistan hanno rappresentato due emergenze umanitarie enormi per le popolazioni colpite e per la risposta fornita da Msf. Haiti è stata la maggiore emergenza mai affrontata da Msf in 40 anni. Abbiamo visto come l’enorme copertura da parte dei media data al terremoto di Haiti e l’enorme mobilitazione di fondi e organizzazioni umanitarie, non si sia tramutata in una risposta immediata nella gestione dell’epidemia di colera esplosa sull’isola a ottobre: nel primo mese dell’epidemia, Msf aveva curato il 90% dei casi di colera.

In Pakistan, la catastrofe delle alluvioni, che hanno colpito 20 milioni di persone, definita dalle Nazioni Unite come ‘peggiore dello tsunami del 2004’, è passata quasi sottosilenzio. Il dramma di milioni di pakistani non ha suscitato nei mezzi d’informazione lo stesso impatto emotivo del terremoto di Haiti al punto che nessun giornalista italiano è stato inviato in quel periodo in Pakistan. Questo rapporto è la dimostrazione che non è l’entità  della catastrofe a fare notizia, a suscitare l’interesse dell’opinione pubblica, ma altri fattori che poco hanno a che vedere con i bisogni umanitari delle popolazioni”.

“Il rapporto tra emergenze dimenticate ed emergenze mediatizzate – spiega ancora Msf – ci impone di richiamare l’attenzione su quello che sta accadendo in Costa d’Avorio, dove la popolazione è intrappolata nel conflitto e dove i civili sono spesso il bersaglio di attacchi e in Bahrein, dove la polizia e l’esercito usano le strutture sanitarie per reprimere i dissidenti. Crediamo che i media possano e debbano continuare ad ‘accendere i riflettori’ su queste zone, ma anche su tutte quelle altre aree calde del pianeta più trascurate. Perché l’oblio dei mezzi di informazione rende invisibile la sofferenza di milioni di persone e, di conseguenza, ostacola ulteriormente l’avvio di possibili soluzioni a questi drammi”.

Dal 2005, in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia, Msf ha dato vita al progetto “Crisi dimenticate”, una campagna annuale per accendere un riflettore su quelle crisi umanitarie che purtroppo vengono ignorate. “La nostra esperienza – scrive Msf – ci ha mostrato come il primo passo per affrontare un problema sia quello di riconoscerlo, renderlo visibile, spiegarlo. Molti mezzi d’informazione si sono schierati al nostro fianco partecipando all’azione ‘Adotta una crisi dimenticata’, ma anche le scuole di giornalismo, le università , gli istituti superiori. Abbiamo riscontrato una volontà  di mobilitazione da parte del pubblico che si è addirittura concretizzata con azioni di piazza come i flash-mob organizzati a Roma, Milano, Torino, Firenze, Napoli, Bologna, Genova, Verona, Bergamo, Padova e Brescia. Lo scorso anno, inoltre, per la prima volta abbiamo pubblicato un libro sulle crisi dimenticate: uno strumento di approfondimento presentato in varie città  italiane”.

Il 2011 è per Medici senza frontiere un anno significativo perché ricorre il 40° anniversario della fondazione. In questi 40 anni Msf ha fornito  assistenza medica indipendente alle popolazioni in pericolo, vittime di quei drammi che hanno colpito le popolazioni più vulnerabili dei nostri tempi. 40 anni di storia al fianco delle vittime di guerre, catastrofi naturali, epidemie, crisi nutrizionali.

 

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