Immigrati, la Ue gela il governo “I permessi validi solo in Italia”

Loading

ROMA – È in rotta di collisione con l’Europa il percorso del governo italiano sull’immigrazione. Mancano poche ore alla riunione dei ministri europei degli Interni e della Giustizia a Lussemburgo, in cui Roberto Maroni cercherà  di far scattare il meccanismo di “solidarietà  obbligatoria” sulla base della direttiva 55. Ma l’Europa ha già  chiuso la porta: i migranti arrivati a Lampedusa e nel sud Italia, dice l’Unione europea, sono spinti da ragioni economiche, non dalla guerra. Dunque non è applicabile la ripartizione automatica nei paesi della Ue prevista nella legislazione comune per i fuggiaschi dai conflitti, come vorrebbe il governo di Roma con quelli di Cipro e Malta. Insomma, la comunità  non farà  di più: assorbire o rimpatriare 23 mila tunisini è un problema italiano. Il primo “no” è arrivato da Cecilia Malmstrom: «Al momento non sussistono le condizioni per attivare la direttiva 55 del 2001 sulla protezione temporanea» ha ricordato il commissario europeo per gli Affari interni in una lettera a Maroni, sottolineando che il decreto firmato giovedì da Berlusconi non fa scattare “automaticamente” la libera circolazione nell’area Schengen per i migranti. Bruxelles, dice la Malmstrom, «ha già  attivato meccanismi per contribuire ad affrontare una situazione effettivamente molto difficile sul piano umano, sul piano economico e su quello del sistema di controllo alle frontiere dell’unione». Diplomatica la reazione del Viminale, secondo cui «è cosa nota» che il permesso temporaneo di soggiorno concesso dall’Italia non faccia scattare automaticamente la libera circolazione nell’area Schengen, perché «devono anche essere rispettate una serie di condizioni previste dal Trattato che per noi, in questo caso, sono rispettate». Pacate anche le parole di Franco Frattini: «Continuiamo a sollecitare l’unione perché comprenda che la questione immigrazione non è solo una questione economica ma soprattutto una questione politica», ha detto il ministro degli Esteri, ricordando però che «ogni Paese ha le sue leggi» e la legge italiana «indica con molta chiarezza i requisiti necessari per riconoscere lo status di rifugiato ad un immigrato e noi a quei requisiti non possiamo non attenerci». Molto duro il “no” del ministro degli Interni tedesco, Hans Peter Friedrich. «L’Italia deve risolvere da sola il suo problema», dice Friedrich in un’intervista pubblicata oggi sul quotidiano di Amburgo Die Welt, aggiungendo che «non c’è ragione di riattivare la direttiva sulle fughe di massa… con 23 mila migranti l’Italia non è inondata, ma sta violando in modo eclatante il diritto d’asilo europeo». Il ministro tedesco ricorda che le regole comunitarie prevedono che sia il paese d’arrivo quello responsabile per l’accoglienza umana e per una giusta procedura d’esame delle richieste di asilo. «La riunione di Lussemburgo deve convincere l’Italia a smetterla con la sua politica non solidale con l’Europa e contraria al diritto europeo», dice il ministro. E il giornale tedesco aggiunge che per ritorsione molti governi dei Là¤nder minacciano di sospendere l’accordo di Schengen e richiedere i passaporti alla frontiera. Intanto oggi cominciano i voli verso la Tunisia per i rimpatri: saranno due al giorno, con trenta migranti e almeno sessanta o forse novanta agenti a scortarli. Si temono reazioni violente di chi ha pagato una forte somma e corso rischi enormi per varcare il Mediterraneo, e oggi si vede riaccompagnato a casa. Ma anche se il meccanismo funzionasse perfettamente, persino dopo l’accordo fra Roma e Tunisi il ritmo dei rimpatri appare troppo lento rispetto agli arrivi sulle coste di Lampedusa: solo ieri sono sbarcate 400 persone e attualmente ce ne sono in tutto 1300. La promessa di Silvio Berlusconi, che voleva “svuotare” l’isola in tempi brevi, appare sempre più azzardata.


Related Articles

Immigrati, Lampedusa sotto assedio Lombardo: tendopoli in Val Padana

Loading

Attacco al governo. Berlusconi: consiglio dei ministri straordinario Da gennaio giunti in 18mila: nello stesso periodo dell’anno scorso erano stati 27

La polizia israeliana carica il funerale di Shireen Abu Akleh

Loading

Migliaia di palestinesi hanno partecipato ieri alle esequie della giornalista uccisa mercoledì. Un agente della polizia di frontiera israeliana è stato colpito a morte da fuoco palestinese in Cisgiordania

Giappone. A 23 anni dall’attacco alla metropolitana, impiccato il guru del sarin

Loading

Giustiziati sei membri della setta Aum. Con 10mila adepti da tutti gli strati sociali, prometteva salvezza. In cambio dei loro averi

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment