La Lega in campo: una nostra mozione sulla fine del conflitto

by Editore | 30 Aprile 2011 6:42

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ROMA — Mentre i Tornado italiani decollano dalle piste di Trapani, a Roma la Lega persevera nello stop and go. Al punto che ieri Roberto Calderoli si diceva pessimista: «Al momento non vedo vie di uscita» . E il ministro dell’Interno Roberto Maroni accusava: «Sono iniziati i bombardamenti e subito sono arrivati 800 profughi, bombe uguale a clandestini» . Ma forse la famosa «quadra» potrebbe averla trovata Umberto Bossi. Alla festa dei Giovani Padani, annuncia che sulla Padania di oggi sarà  pubblicata la mozione leghista, «in cui tra le altre cose si chiede di stabilire la data in cui si terminano le ostilità » . Un testo condiviso che non rimetterebbe in discussione la missione dei caccia italiani, ma che impegnerebbe per il futuro il Pdl a concordare con la Lega le mosse di politica estera. Bossi frena la protesta della base. A chi gli urlava «fai cadere il governo» , ieri ha risposto: «Va pian» . Ma il malumore non è superato. E ieri Bossi non ha risparmiato frecciate: «Missili intelligenti non esistono. E poi li vedete dei missili intelligenti guidati da La Russa?» . Del resto lo aveva scritto anche la Padania, ieri: «Bossi ha buttato giù qualche rospo di troppo» . E allora è il momento di sputarne qualcuno. Come fa Calderoli: «Con l’intervento in Libia abbiamo fatto bingo, con l’immigrazione che crescerà  ancora. Per non parlare delle tasse. Cosa si può fare di più e di peggio?» . Il ministro non vede soluzioni: «Ora si rischia di chiudere la stalla quando i buoi sono scappati» . La missione rischia di degenerare, segnala un altro leghista, Piergiorgio Stiffoni: «La Nato creerà  una nuova Africa Korps per tentare di snidare il dittatore libico?» . E il sindaco di Verona Flavio Tosi: «Berlusconi spieghi perché ha cambiato idea e ha fatto il contrario di quello che avevamo deciso in Consiglio dei ministri» . Nel Pdl tocca al ministro degli Esteri Franco Frattini minimizzare: «La questione è stata strumentalizzata, con la Lega troveremo certamente una sintesi» . Restano molti però i punti di frizione. Tra loro, il ruolo di Giulio Tremonti. Non a caso ieri Bossi ha detto che «senza di lui saremmo finiti come la Grecia» . Ma la tensione più alta resta sulla Libia, come dice Bossi: «Alla sinistra non gliene frega niente della guerra, gli interessa solo fare cadere il governo. Noi siamo contrari alla guerra per un altro discorso» . Proprio sul dissidio Lega-Pdl punta l’opposizione per far traballare il governo. Ma c’è anche una linea di frattura interna che attraversa il centrosinistra. L’Italia dei Valori è contro la missione, al contrario di Pd, Udc e Fli. Massimo Donadi, Idv, spiega che «da una Caporetto del centrodestra il voto può trasformarsi nella pietra tombale del centrosinistra» . Il tutto se «il Pd facesse da stampella al Pdl, un fatto di gravità  inaudita» . Perché, come traduce Antonio Di Pietro, «chi spalleggia il premier ne è complice» . Il Pd non risponde ma preferisce concentrarsi sulle fratture del centrodestra. Pier Luigi Bersani parla del governo come di «una barca senza rotta» ed è scettico sul ribellismo dei lumbard: «La Lega alza il tono, ma poi lega il Carroccio all’imperatore» . Stessa opinione dell’Udc Lorenzo Cesa: «La Lega abbaia ma non morde» . Massimo D’Alema prova a fare chiarezza: «Non bisogna confondere i due piani: uno è la crisi libica e l’altro sono le beghe interne alla maggioranza. Beghe piuttosto meschine» . Combattivo il terzo polo. Per Italo Bocchino, il 3 maggio «noi dell’opposizione salveremo il governo da una brutta figura internazionale» . Francesco Rutelli, Alleanza per l’Italia, si schiera con il presidente della Repubblica: «Né baciamano al dittatore Gheddafi, né i capricci di un partito locale come la Lega. Teniamoci saldi sulla linea indicata dal capo dello Stato» .

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