La mossa di Assad «Riforme subito ma via dalle piazze»

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GERUSALEMME — Il governo giura e il presidente promette. Bashar Assad, in diretta televisiva, parla ai ministri appena incaricati perché i siriani intendano. «Le leggi d’emergenza saranno revocate entro una settimana» , proclama nel secondo discorso alla nazione dall’inizio delle proteste il 18 marzo. Non resteranno più scuse per scendere in strada o almeno così lui minaccia: «I tentativi di sabotaggio non verranno tollerati » . Le norme speciali in vigore da quasi cinquant’anni (sono state introdotte nel 1963, quando il partito Baath ha preso il potere) vengono sostituite da una legislazione anti terrorismo, «che garantisca la stabilità  e la sicurezza della nazione. Il popolo siriano è civilizzato, ama l’ordine e il suo regime, non vuole il caos» . Assad usa toni più seri e commemora le vittime — i «martiri» come li chiama —: i morti in un mese di repressione sono stati almeno 200, secondo le organizzazioni per i diritti umani. Il primo discorso del 30 marzo era stato attaccato dagli oppositori perché il presidente non era riuscito a esprimere pietà  per i caduti. Ripete le accuse contro «forze straniere» , che sarebbero dietro ai disordini. Riconosce di dover «concentrarsi sulle richieste e sulle aspirazioni della gente, altrimenti ci sarà  un senso di collera» . Il cambio di ministri è stata una delle concessioni della famiglia Assad, una mossa di facciata per cercare di calmare la ribellione. Chiunque diventi premier, gli apparati di sicurezza restano sotto il controllo della minoranza alauita che domina il Paese. La collera evocata da Assad ha portato in strada migliaia di persone ancora venerdì, dopo la preghiera. Anche a Damasco dove le forze di sicurezza del regime erano fino a ora riuscite a schiacciare le manifestazioni. A Deraa, la città  nel Sud del Paese dov’è cominciata la rivolta, i dimostranti si sono riuniti nella piazza principale poche ore prima dell’annuncio televisivo. A Banias, un migliaio di donne ha partecipato a un corteo pro democrazia scandendo lo slogan «né sunniti né alauiti, vogliamo solo la libertà » . Il nuovo governo guidato da Adel Safar, ex ministro dell’Agricoltura, è stato incaricato di combattere la disoccupazione che per Bashar rimane «uno dei maggiori problemi» . Il leader assicura anche di aver chiesto che venga promulgata una legge per permettere la nascita di partiti politici e di voler coinvolgere i sindacati e i cittadini nella gestione del Paese. Il Baath per ora continua ad avere l’esclusiva.


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