L’odissea della nave Excelsior, Cie galleggiante

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La nave ha toccato, nell’ordine, i porti di Catania, Palermo, Civitavecchia, Napoli ed infine, appunto, Trapani, sostando anche in porti minori, presumibilemente in attesa di disposizioni sul destino e sulla destinazione dei migranti presenti sulla nave.

Ma ricostruiamo la vicenda dalle sue premesse. Il 30 marzo Berlusconi pronucia il noto discorso di fronte ai Lampedusani in cui promette lo svuotamento dell’isola nel giro di 48/60 ore.

Solo domenica 3 aprile la nave Excelsior, di proprietà  della Grandi Navi Veloci di Grimaldi, è stata in grado d’imbarcare i primi 1.731 tunisini sbarcandone poi 500 a Catania con destinazione Mineo, 700 a Trapani ed i restanti 531 a Napoli dove attracca mercoledì 6.

In seguito all’accordo intercorso con il governo tunisino tutti questi migranti, arrivati prima del 5 aprile, hanno ottenuto o stanno per ottenere il permesso di soggiorno di protezione umanitaria che gli consente di circolare liberamente ed anche di lasciare l’Italia.

Non si hanno notizie dell’attività  della nave Excelsior nei giorni successivi allo sbarco dell’ultimo contingente di passeggeri.

Nel frattempo, anche per le migliorate condizioni del mare riprendono gli sbarchi a Lampedusa, dove la situazione rimane critica. Tra il 6 ed il 7 aprile avviene il tragico naufragio in cui perdono la vita 250 presone tra cui numerosi neonati e minori. Domenica 10, al campo di Lampedusa si registrano proteste e disordini al grido di “libertà , libertà ” e “viva l’Italia, abbasso la Tunisia”.

Probabilmente è a causa di questo contesto che matura la decisione di imbarcare in fretta e furia sulla nave Excelsior di ritorno da Napoli circa 700 tunisini e 240 di altra nazionalità  (gli altri immigrati sull’isola sono profughi libici e sub-sahariani) senza aver potuto effettuare un riconoscimento anche sommario né stabilito la destinazione per ciascuno. Inoltre la nave Excelsior non era stata adeguatamente rifornita ed il viaggio comincia senza che fossero stati imbarcati i vettovagliamenti necessari.

È così che la nave Excelsior lascia il porto di Lampedusa martedì 12 alle 13,30. Il giorno successivo, all’arrivo al porto di Catania, è subito evidente che il viaggio non è stato propriamente una crociera primaverile nel mediterraneo.

La situazione sull’Excelsior rimane critica: manca l’acqua corrente per lavarsi ed i migranti sono costretti a rimanere chiusi nel salone durante tutta la giornata senza nulla sapere sulla durata del viaggio e sulla propria destinazione. La nave arriva a Palermo il 14 aprile, scaricando altri migranti. Tutto il giorno seguente, il 15, la nave resta alla fonda in un piccolo porto siciliano che i passeggeri non sanno identificare. Comprensibilmente cominciano a manifestarsi tensioni a bordo: il comprtamento della polizia si fa più violento per soffocare le tensioni sul nascere. Il giorno successivo, sabato 16, l’imbarcazione arriva a Civitavecchia dove resterà  fino alla sera della domenica 17. In questo momento sulla nave vi sono ancora circa 450 persone. La sera si parte per Napoli arrivando per le 8 di mattina di lunedì 18. Vi sono però dei problemi d’attracco a causa del mare forte e lo sbarco dei migranti rimasti sulla nave avviene solo intorno alle 13, esattamente dopo sette giorni interi di navigazione. In questo gruppo di circa 300 persone vi sono anche Mohamed e Tareq i due tunisini con cui siamo rimasti in contatto durante tutto il viaggio. Da Napoli, il gruppo più folto di circa 200 viene inviato alla famigerata caserma Andolfato di S. Maria Capua Vetere dove nei giorni precedenti vi erano state forti tensioni ed una dura repressione da parte della polizia. Un gruppo più esiguo di circa 100 viene inviato in Basilicata, al centro di Palazzo San Gervasio, piccolo comune al confine con la Puglia che si trova a 40 km da Potenza. In questo gruppo si trova Mohamed, di Tareq invece abbiamo perso le tracce e probabilmente si trova alla caserma Andolfato. Mohamed dichiara però che lì la polizia è più gentile, forse anche per le ridotte dimensioni del campo che al momento pare ospitare solo un centinaio di persone,i pasti vengono distribuiti regolarmente (sempre i soliti maccaroni, si lamenta), ma mancano le docce e si dorme in tende da sei.

Il lungo viaggio dell’Excelsior però non è ancora terminato. Dopo Napoli sulla nave rimangono infatti 120 persone. Di 90 di queste è stata decisa l’espulsione immediata da parte dell’ufficio stranieri di Napoli, gl’altri 30 verranno invece distribuiti in varie strutture d’accoglienza siciliane. Da scarne cronache locali apprendiamo che la nave ha raggiunto il porto di Trapani la mattina del 19, dopo otto giorni interi di navigazione, sbarcando praticamente al punto di partenza gli sventurati “croceristi” dell’Excelsior.

La dinamica degli avvenimenti mostra un quadro nel quale i migranti sono stati caricati sull’Excelsior senza che fosse chiara la destinazione di una parte consistente di quanti vi erano stati imbarcati.

Emblematico della ridicola burocraticità  di questa storia è il percorso dei novanta destinati all’espulsione immediata poiché già  in passato migranti irregolari o con precedenti penali. Costoro hanno dovuto subire una settimana di vagabondaggio per tre diversi mari, prima che l’ufficio stranieri di Napoli ne decidesse l’espulsione immediata previo trasferimento a Trapani via nave per l’esecuzione effettiva.

Lo tsunami umano forse sta altrove. L’emergenza umanitaria consisterebbe infatti nell’arrivo di 25 mila persone e non negli 800 morti che l’UNHCR denuncia il 12 aprile: “da due settimane, da quando cioé è ripreso il flusso dalle coste libiche – dice Laura Boldrini – 800 migranti mancano all’appello: oltre ai 250 morti nel naufragio del 6 aprile, non si hanno notizie di 560 persone partite su tre barconi e mai arrivati a destinazione. Uno su cinque di quelli che sono partiti, non ce l’ha fatta ad arrivare”.

* Gerta Human Reports


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