L’oro quasi verde del Chocà³

by Editore | 6 Aprile 2011 6:43

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Eppure non è più preziosa l’acqua dell’oro? Aggiungiamo che, secondo i dati raccolti dal sito www.cronicadelquindio.com, l’attività  mineraria genera solamente un misero 1% dei posti di lavoro e dalla vendita di quell’oncia d’oro, per un valore commerciale di circa 1.100 dollari, nel paese latinoamericano rimangono solo 40 dollari. Ma, ammesso che serva estrarre altro oro, esiste un metodo estrattivo non (troppo) inquinante, senza ricorso al cianuro o ad altri solventi tossici, e che arrechi vantaggi anche alla popolazione locale? Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, l’Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura) e alcuni governi, fra i quali Paesi Bassi, Germania, Norvegia e India, sì. L’impresa mineraria Oro verde (Gree gold) ha recentemente ricevuto il prestigioso premio Seed, destinato alle imprese che conducono attività  «sostenibili». Forse non è un caso che sia gestita da afrodiscendenti. Opera nella regione colombiana del Chocà³, in una dozzina di comunità  residenti nei municipi di Condoto e Tadà³. La compagnia lavora con i minatori artigianali. Il suo metodo è considerato «pulito» per varie ragioni. Intanto, dopo aver estratto oro e platino, viene ripristinato lo stato antecedente (con il riporto del suolo, riforestazione compresa). Questo è possibile perché i pozzi di estrazione non eccedono la capacità  di recupero dell’ecosistema locale, e non si disbosca al di sopra del 10% di un ettaro su due anni. Inoltre, invece del velenoso mercurio, per separare l’oro dal resto i minatori utilizzano estratti di piante locali. L’oro così ottenuto è da qualche tempo commercializzato nella capitale Bogotà¡, a disposizione di tutti coloro che sono disposti a pagare un 15% in più del prezzo internazionale di questo metallo pur di contribuire alla salvaguardia degli ecosistemi e delle economie locali. Il bacino di mercato si sta ampliando: i prodotti di questa impresa si vendono ormai in undici paesi del mondo. Grazie a un fondo comunitario, i proventi vanno ai minatori e agli artigiani gioiellieri locali. Come ha dichiarato la manager di questa impresa mineraria a sfondo sociale, «la cosa più importante è essere riusciti a cambiare la mentalità  dei minatori. Un minatore che lavora giornalmente alla ricerca di oro o platino può solo sperare di sopravvivere, mentre un minatore che lavora per Oro Verde sta maturando una mentalità  responsabile anche perché riesce a vedere la prospettiva di un futuro più umano e accettabile. E senza distruggere in modo irrimediabile la terra e gli ecosistemi». Ben 194 famiglie socie compongono la colonna vertebrale del progetto, che è anche appoggiato dai consigli comunitari afrocolombiani della zona. Le attività  estrattive sono certificate e rispettano diversi criteri di conformità  alla normativa Iso. Dall’inizio del progetto sono stati preservati quasi 8.000 ettari di bosco tropicale nella bioregione del Chocà³. Un risultato importante anche perché questa regione sul Pacifico tropicale è fra le piຠbiodiverse al mondo, con 9000 specie di piante vascolari, 200 di mammiferi, 600 di uccelli, un centinaio di specie fra rettili e anfibi; e almeno un 25% sono specie endemiche.

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