Mutui ai precari solo con la garanzia dei genitori per avere credito non bastano 2500 euro al mese

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 ROMA – Giovani, flessibili (alias precari) e senza casa. O meglio senza mutuo. A meno che non intervengano i genitori come garanti del pargolo di 30-35 anni. È la dura realtà  con cui si scontrano i giovani, gli immigrati e chi non hanno un contratto a tempo indeterminato. Si possono anche guadagnare 2.000-2.500 euro mensili netti da libero professionista o con contratti e tempo determinato, ma c’è comunque bisogno di qualcuno che garantisca la continuità  dei pagamenti. Anche se si parla di rate da 4-500 euro al mese. Altra chimera è quella dei mutui al 100%: «Sono solo 2-3 gli istituti in Italia che li erogano», dice Renato Landoni, presidente Kìron Partner, la rete di mediazione creditizia del gruppo Tecnocasa. «Le banche italiane sono le più caute a concedere credito. Non torneremo alla facilità  di accesso del 2004-05, anche perché i parametri perché una banca sia giudicata solida sono diventati più stringenti – per effetto di “Basilea 3” – e i nostri istituti hanno difficoltà  a loro volta a raccogliere credito. Perciò vogliono garanzie su garanzie ed erogano difficilmente oltre il 50-60% del valore dell’immobile, mentre la rata non supera mai il 30-35% del reddito netto della famiglia. Questa cautela d’altronde ha arginato i danni della crisi». Ma frena anche il mercato immobiliare: le compravendite in Italia, secondo il primo rapporto Nomisma immobiliare 2011, nella seconda parte del 2010 sono diminuite del 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2009. Nel 2010 sono state 611mila le transazioni nelle 13 aree metropolitane considerate. Una frenata dovuta a prezzi delle case scesi meno del previsto e alla rigidità  delle banche. «E con il recente aumento dei tassi dello 0,25% e i rialzi previsti a breve la situazione rimarrà  stagnante. A farne le spese sono i nuovi clienti, le famiglie monoreddito e gli immigrati. Questi ultimi avevano dato grande impulso al mercato negli anni 2006-07, ma oggi per loro non c’è più spazio», sottolinea Luca Dondi, responsabile dell’area immobiliare di Nomisma. «Una persona dovrebbe guadagnare 2.200 euro al mese netti per sostenere una rata media di mutuo, ma è un valore teorico perché le banche vogliono garanzie ulteriori (fideiussioni, garante, altri immobili). Non basta più l’ipoteca sull’immobile perché le trafile per metterlo all’asta durano anche 5-6 anni e alla fine si recupera il 20% del valore». Sono in difficoltà  anche quelli che un mutuo già  lo avevano già  e lo volevano cambiare a costo zero con la surroga, trasferendolo a un istituto con condizioni migliori. Secondo una indagine di Altroconsumo, su 181 sportelli bancari italiani, 44 di questi (il 24%) mettono ancora delle limitazioni a tale operazione, 15 non la offrono proprio e 9 propongono la sostituzione, che comporta spese aggiuntive. «Dopo le denunce e i ricorsi all’Antitrust, oggi la surroga è a regime. Ma è anche meno richiesta – ora che i tassi sono bassi – rispetto al 2008 quando le famiglie ne avrebbero avuto bisogno», dice Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo. Certo le surroghe potrebbero ampliarsi in vista dei rialzi della Bce (anche fino all’1% entro fine anno), rialzi che potrebbero far lievitare la rata dei variabili fino a 132 euro annui di media (per la Cgia) e fino a 2004 (secondo il Codacons). Ora il governo prepara un decreto per facilitare la rinegoziazione delle condizioni di mutuo, in caso di nuove difficoltà  (sarà  approvato sembra già  il 6 maggio). Il provvedimento può agevolare il passaggio dal tasso variabile al fisso agganciando il mutuo ai tassi attuali. Ma la guardia va tenuta alta, comunque. Un altro “curioso” comportamento delle banche è quello di collegare al mutuo surrogato una polizza vita o scoppio-incendio. «La polizza va trasferita al nuovo istituto senza costi o ne va restituito il premio», consiglia Martinello. L’Abi (Associazione bancaria italiana) e le associazioni di consumatori hanno avviato un tavolo permanente per rendere più trasparente il sistema bancario. Dopo un primo incontro sulla semplificazione del documento di sintesi periodico e del foglio informativo, ce ne sarà  un secondo «per valutare iniziative comuni sui mutui – fanno sapere dall’Abi – per aiutare i consumatori a scegliere tra tassi fissi e variabili. Il sistema di portabilità  dei mutui è ormai a pieno regime. I clienti scelgono sulla base delle proprie disponibilità  economiche, presenti e prospettiche. Da non dimenticare le iniziative per venire incontro alle famiglie in difficoltà , in particolare la sospensione del pagamento delle rate di mutuo, prorogata fino a luglio».


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