Nel mondo 205 milioni di disoccupati

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MILANO – Il Pil italiano crescerà  nel 2011 dell’1,1%, ovvero 0,1 punti percentuali in più rispetto alla stima di gennaio. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) nel World Economic Outlook. Nel 2012 l’economia italiana crescerà  dell’1,3% (stima invariata rispetto a gennaio). «In Italia la ripresa è prevista rimanere debole, con i problemi di competitività  che limitano che limitano la crescita dell’export e il risanamento fiscale che pesa sulla domanda privata».

DEBITO PUBBLICO – Sul debito, invece, l’Italia è più vicina di altri paesi europei a raggiungere l’obiettivo di un deficit sotto il 3% nel 2013, ma servono ulteriori misure».

CONTI PUBBLICI E PETROLIO – I rischi al ribasso sull’economia mondiale, peraltro, restano anche se sono diminuiti. Fra questi il possibile aumento dei prezzi del petrolio, lo stato delle finanze pubbliche delle economie avanzate, squilibri nel mercato immobiliare e il surriscaldamento delle economie emergenti. La ripresa economica mondiale procede a diverse velocità , con il Pil delle economie avanzate che crescerà  nel 2011 del 2,4% e nel 2012 del 2,6% mentre quello delle economie emergenti metterà  a segno un +6,5% sia quest’anno sia il prossimo. Il Fondo taglia di 0,1 punti percentuali le stime di crescita delle economie avanzate nel 2011 rispetto alle previsioni di gennaio. La Cina fa la parte del leone, con un Pil in crescita del 9,6% nel 2011 e del 9,5% nel 2012 (stime invariate rispetto a gennaio). L’economia indiana rallenta, con il Pil tagliato di 0,2 punti percentuali sia nel 2011 sia nel 2012 rispettivamente a +8,2% e +7,8%.

MEGLIO EUROLANDIA DI USA – Per quanto riguarda l’economia mondiale, l’economia americana crescerà  nel 2011 del 2,8%, ovvero 0,2 punti percentuali in meno rispetto alle stime di gennaio. Nel 2012 il pil statunitense si espanderà  del 2,9% (+0,2 punti percentuali rispetto a gennaio). Il Fondo rivede invece al rialzo le stime per Eurolandia che crescerà  del +1,6% nel 2011 e del +1,8% nel 2012. In ambedue i casi il ritocco al rialzo è dello 0,1 percentuali.

«205 MILIONI DI DISOCCUPATI» – Ma nell’Outlook dell’istituto di Washington la preoccupazione più rilevante è quella per i senza lavoro: un esercito di 205 milioni di persone. «Il tasso di disoccupazione è molto elevato – scrivono gli economisti – e va ridotto anche perché pone sfide economiche e sociali. Al mondo ci sono 205 milioni di disoccupati, 30 milioni in più rispetto al 2007». Il Fondo stima per Eurolandia una disoccupazione al 9,9% nel 2011 e al 9,6% nel 2012. L’Italia è sotto la media europea con una disoccupazione all’8,6% nel 2011 e all’8,3% nel 2012. «La disoccupazione pone questioni amplificate nelle economie emergenti e in via di sviluppo dagli elevati prezzi alimentari – scrive l’Fmi – A incontrare le maggiori difficoltà  sono i giovani: in media nei paesi dell’Ocse il tasso di senza lavoro fra i giovani di età  compresa fra i 15 e i 24 anni è due volte e mezzo quello degli altri gruppi. La disoccupazione fra i giovani aumenta durante le recessioni e in questa occasione l’aumento è stato più che in passato». Secondo il Fmi le tre linee di difesa contro un’elevata disoccupazione sono politiche macroeconomiche di sostegno, il rilancio del settore finanziario e misure specifiche per il mercato del lavoro.

GIAPPONE, STIME TAGLIATE– Anche le previsioni di crescita economica del Giappone sono state riviste al ribasso nel 2011, a causa dei danni dovuti al terremoto, ma all’opposto ritoccate al rialzo sul 2012 a riflesso dell’attesa spinta che dovrebbe derivare dalla ricostruzione. Secondo il Fondo monetario internazionale restano «elevate incertezze» su quelle che saranno le effettive ricadute economiche del cataclisma, specialmente sulle fughe di radiazioni alla centrale nucleare di Fukushima. Tuttavia «dando per scontato che i problemi sulle penurie di elettricità  e che la crisi nucleare vengano risolti in pochi mesi», quest’anno il Pil dell’Arcipelago dovrebbe aumentare dell’1,4 per cento, mentre nel prossimo del 2,1 per cento. Valori contenuti nell’ultimo World Economic Outlook e se nel primo caso il dato è stato rivisto al ribasso di 0,2 punti dalle stime fornite nel gennaio scorso, sul 2012 invece è stato rivisto al rialzo di 0,3 punti.


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