Primi raid italiani sulla Libia La Russa: “Impediamo i massacri”

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ROMA – L’Italia «sale» di livello nella guerra di Libia: da ieri anche i cacciabombardieri italiani hanno iniziato a bombardare le postazioni militari dell’esercito di Muhammar Gheddafi. Due Tornado in versione IDS decollati alle 10,30 da Trapani-Birgi hanno colpito obiettivi militari nella regione attorno a Tripoli e sono rientrati nell’aeroporto siciliano a metà  giornata. Un’operazione che i caccia inglesi o francesi o anche norvegesi hanno compiuto decine e decine di volte, magari scortati e protetti da quei caccia italiani i cui piloti correvano gli stessi rischi degli altri colleghi Nato. «Ma questo nuovo impegno era necessario», dice il ministro della Difesa Ignazio La Russa, «quello che stiamo facendo in Libia è teso a dare a quel paese la pace e ai cittadini libici la possibilità  di non essere trucidati come sarebbe avvenuto senza l’intervento dell’Onu». Sui bombardamenti La Russa ha chiesto allo Stato maggiore della Difesa di mantenere il massimo riserbo, per evitare contraccolpi politici interni con la Lega Nord. tanto che il comunicato con cui lo Stato maggiore annuncia le missioni di bombardamento è un esempio di comunicazione ermetica: «Oggi hanno iniziato a partecipare alle operazioni aeree a protezione della popolazione civile le nuove configurazioni idonee ad assolvere gli ulteriori compiti assegnati dalla Nato». In cui le «Nuove configurazioni» sono i Tornado e gli altri aerei in missione d’attacco al suolo e non solo di ricognizione o di «soppressione delle difese aeree nemiche». Altra notizia dal fronte militare italiano è quella che da ieri vede schierati a Bengasi i dieci militari italiani che saranno istruttori dei ribelli libici assieme ad un gruppo di colleghi francesi e britannici. Per il ministero della Difesa «lavoreranno a sostegno del personale libico del costituendo comando operativo del Cnt, saranno inseriti nella struttura militare di comando del Consiglio e agiranno in coordinamento fra loro, con il compito di assistere gli ufficiali del Cnt». Tra l’altro ieri sera il ministro degli esteri Franco Frattini ha confermato quali sono gli obiettivi politici dell’operazione militare Onu cui partecipa l’Italia: «Nessuno vuole uccidere Gheddafi, noi vogliamo solo che lasci il potere, va processato». Per Frattini fra l’altro Gheddafi andrebbe processato anche per come ha usato l’immigrazione illegale: «Penso che si debbano trasmettere al procuratore della Corte penale internazionale tutte le carte in cui si prova che ha messo sui barconi i disperati e li ha mandati a morire. È un crimine contro l’umanità ».


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