“Pagherete per l’invio di militari” Gheddafi minaccia l’Italia

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I primi passi dell’escalation militare occidentale in Libia non sono stati ignorati dal governo di Muhammar Gheddafi. Dopo l’annuncio che Gran Bretagna, Francia e Italia invieranno “consiglieri militari” per aiutare i ribelli a combattere, il Colonnello ha fatto minacciare in tv «l’Italia, la Gran Bretagna e la Francia e gli altri Stati neocrociati: questi Paesi devono stare attenti alle conseguenze di una simile decisione». “Neocrociati” è il neologismo che la propaganda libica ha inventato per assimilare i paesi sostenitori dei ribelli agli invasori anti-islamici dell’undicesimo secolo. Gli speaker di Al Jamahiria hanno letto un comunicato del ministero degli Esteri di Tripoli, ma poco dopo il senso del messaggio è stato rafforzato dal portavoce Mussa Ibrahim in una conferenza stampa all’hotel Rixos. Ibrahim ha confermato la voce che era girata da giorni, ovvero che il regime ha armato la popolazione civile: «Tutti i cittadini, uomini e donne, hanno ricevuto armi per fermare l’invasione dei terroristi». Come dire: vi aspettiamo, siete nemici e vi colpiremo. Era prevedibile che Gheddafi si scagliasse contro Italia, Francia e Gran Bretagna per la decisione di inviare istruttori militari in aiuto dei ribelli. Ma ieri anche la Russia di Medvedev e Putin ha attaccato i paesi della Nato: «Inviare istruttori militari in Libia è pericoloso, potrebbe preludere a un intervento militare terrestre che sarebbe estremamente rischioso», ha detto il ministro degli Esteri Sergei Lavrov. Che poi ha fatto una previsione di sciagura: «In altri casi tutto è iniziato con l’invio di consiglieri militari, poi le cose si sono protratte per anni, con centinaia di migliaia di morti da entrambe le parti». Il riferimento potrebbe essere al Vietnam americano ma anche all’Afghanistan sovietico. E infatti ieri Barack Obama, per provare a tenere sempre lontano dai suoi marines lo spettro di un nuovo intervento a terra, ha autorizzato l’uso di droni armati, di aerei senza pilota capaci di colpire dall’alto i soldati di Gheddafi. Torniamo all’Italia: dopo l’annuncio fatto mercoledì per seguire l’esempio francese e britannico, ieri il ministro della Difesa La Russa ha provato a precisare qualcosa sul gruppo di militari che invierà  a Bengasi: «Non hanno niente a che vedere con i consiglieri militari, e non saranno carabinieri, visto che devono aiutare un esercito. Sono semplicemente degli istruttori, cioè delle persone che danno nozioni di come un soldato deve muoversi e deve usare gli strumenti a sua disposizione». Non è chiaro secondo quale logica la Difesa italiana accetti adesso di inviare soldati a terra, in una missione al limite della violazione della lettera della risoluzione Onu 1973 che autorizza la guerra contro Gheddafi, e rifiuti invece di bombardare i soldati libici che sparano sui civili. Anche ieri, ad esempio, da Misurata sono arrivate notizie tragiche, i racconti di bambini colpiti alla testa dai cecchini mentre attraversano una strada, o degli ospedali bombardati intenzionalmente per uccidere medici, pazienti e parenti. Una nave, la “Ionian Spirit”, che mercoledì aveva consegnato cibo e medicinali alla popolazione stremata, è ripartita verso Bengasi: a bordo, oltre a 1000 sfollati, anche le salme di Tim Hetherington e Chris Hondros, i due giornalisti uccisi dagli attacchi dei gheddafiani.


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