“Tassa” sul contante per ridurne l’uso

by Editore | 1 Aprile 2011 6:43

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Scorrendo il sito www.pattichiari.it, lo fanno almeno sei grandi gruppi: Unicredit, Cariparma (Crédit Agricole), Bnl (Bnp Paribas), Bpm, Mps, Ubi, applicano commissioni da 1 a 3 euro per chi chiede il proprio denaro a un cassiere. Così su 100 euro depositati (con tassi attivi sullo zero) la commissione di prelievo morde più dell’inflazione (1,9% l’anno). Federconsumatori trova «incredibili e inaccettabili, da rapina, le condizioni applicate». L’Adoc ritiene che ormai l’85% delle banche applichi il balzello. L’Antitrust, chiamata in causa, ha aperto un fascicolo per valutare se la mossa è concertata e lede la concorrenza. L’Abi replica con il presidente Mussari: «Nessun rincaro o nuova tassa, ma una grande varietà  di offerte». E circoscrive il fenomeno dicendo che sotto i 500 euro due conti su tre non applicano commissioni, sopra i 500 è cash free l’80% dei conti. Solita guerra di cifre, ma il problema rimane. Il dg di Unicredit, Roberto Nicastro, s’arrabbia. «Gestire un conto in Italia comporta problemi oggettivi rispetto a Germania, Bulgaria, Polonia. Il principale è l’enorme quantità  di transazioni cash: circa il 50% più del cliente medio tedesco, +31% sulla media Ue. Ciò rende l’Italia strutturalmente più costosa». Il manager stima che la gestione del cash costi 15,4 euro ai correntisti italiani, il doppio dei tedeschi (8 euro). «È un nodo da sciogliere – aggiunge -. Unicredit opera in 22 paesi e ritiene che questa asimmetria incida produca fino a metà  degli extra costi italiani». Con altri, salati annessi: «Dopo la Spagna, abbiamo la più alta frequenza geografica di filiali. Chi deposita ogni giorno contanti o assegni vuole la banca entro 300 metri. Se i clienti andassero in banca più che altro per discutere i grandi servizi (risparmio, finanziamenti, mutui), sarebbero disponibili ad avere sportelli più distanti. Così le banche avrebbero meno filiali e costi operativi molto inferiori». Il governo ha in cantiere misure per accentuare la tracciabilità  del contante, riducendo e differenziando il tetto per operazione (5mila euro). Ma prima delle sorti progressive della monetica va intaccata l’economia sommersa, la preferita da criminali ed evasori, che non lascia scomode tracce e vale un quinto del Pil.

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