Quei danni collaterali

Loading

Altri ribelli ritengono però la Nato responsabile di aver fatto delle vittime civili tra Brega e Ajdabiya. La Nato, ovviamente, sta indagando. Ma è bene che lo faccia seriamente ed esaminando i parametri giusti perché nessuno sopporterebbe più un portavoce come Jamie Shea che chiamava in causa i cosiddetti danni collaterali ogni volta che gli aerei della Nato facevano vittime civili in Serbia e Kosovo. Per definizione il danno è collaterale quando non è intenzionale ed è inevitabile per conseguire uno scopo molto più importante del danno stesso. Se il danno è la perdita di civili innocenti lo scopo dell’azione dev’essere vitale. Ma non è uno sbaglio. Quando chi spara ha la superiorità , la sicurezza di non essere colpito, la precisione e la potenza ogni vittima civile può non essere intenzionale soltanto per difetto d’informazione o per un guasto tecnico, ma non per sbaglio: il pilota centra esattamente il bersaglio che gli è stato assegnato o che in quel momento ritiene ostile. Il suo fuoco non è mai amico. L’eventualità  di colpire innocenti o civili durante un attacco contro combattenti irregolari come sono sia quelli di Gheddafi sia quelli dei ribelli è sempre prevista, come quella di dover sacrificare scudi umani o di essere indotti alla reazione da infiltrati provocatori. La scelta di colpire o non colpire è sempre deliberata e fa parte della responsabilità  del comando in guerra. Il danno che ne deriva è intenzionale e di estrema gravità  sul piano umano, legale e politico. La Nato perciò deve solo accertare se le informazioni erano sufficienti, le regole d’ingaggio appropriate, gli apparecchi efficienti e i piloti sani di mente. In caso affermativo deve soltanto chiedersi se il suo scopo è vitale e se è questa la guerra che vuole combattere.


Related Articles

Israele non ferma i raid 28 vittime palestinesi

Loading

MEDIO ORIENTE, VENTI DI NUOVA GUERRA
GAZA CITY. Ieri pomeriggio festeggiavano nelle strade di Gaza city i miliziani delle «Brigate Ezzedin al Qassam». E Radio al Aqsa, l’emittente di Hamas, mandava in onda brani nazionalisti e religiosi per accompagnare la lettura della notizia del missile M 75 caduto alle porte di Gerusalemme. Dove le sirene d’allarme non suonavano da 21 anni, dalla Guerra del Golfo, quando l’Iraq, sotto attacco americano, lanciò 39 missili verso il territorio israeliano. Facendo danni e nessuna vittima. 

Iraq, giustiziato all’alba il vice di Saddam

Loading

Taha Yassin Ramadan era stato condannato a morte dopo essere stato riconosciuto colpevole per l’uccisione di 148 sciiti nel 1982

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment