Storici e associazioni contro De Mattei “Non può restare vicepresidente del Cnr”

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LE CROCIATE del vicepresidente del Cnr Roberto De Mattei contro omosessuali e darwiniani e gli attacchi verso l’Europa multietnica, scuotono il mondo accademico, che chiede con forza le dimissioni dello storico ultracattolico o, in alternativa, la sua rimozione da quell’incarico. Della vicenda sarà  anche investito il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, che lo ha confermato nel suo ruolo all’interno del Cnr (la sua, infatti, è una nomina politica): la deputata del Pd, Paola Concia, presenta in queste ore un’interrogazione parlamentare. Unanime il giudizio degli storici: “La tesi secondo cui l’impero romano sarebbe caduto per colpa dei gay non merita neanche di essere discussa”.

VIDEO Tutte le “crociate” di De Mattei

Il malumore tra i ricercatori del Cnr è palpabile. Sono in tanti a vivere con imbarazzo le bizzarre (e antistoriche) affermazioni di De Mattei, che da anni si è fatto notare dalla comunità  scientifica per le sue tesi. Ma c’è anche frustrazione, perché la nomina dei vertici del primo ente scientifico italiano, è decisa dalla politica: De Mattei deve il suo incarico a ministri dell’Istruzione scelti da Silvio Berlusoni (dalla Moratti alla Gelmini). Del resto, il rapporto con i governi di centrodestra guidati da Berlusconi risale a diversi anni fa, se è vero che, come scrive sul suo sito, dal 2002 al 2006 De Mattei fu consigliere per le questioni internazionali del governo.

Vi fu una sola parentesi, nel corso della quale venne “rimosso” dall’incarico di vicepresidente, come ricordano i ricercatori riuniti nell’associazione “Articolo 33”. “Nel 2007, l’allora ministro dell’Università , Fabio Mussi, riuscì a sostituirlo con un altro docente. Rimase nel cda dell’ente, ma non era più vicepresidente”, spiega il portavoce dell’associazione, Vito Mocella. Nel 2008, col ritorno del governo Berlusconi, De Mattei poté tornare ad occupare la sua poltrona. I ricercatori di “Articolo 33” chiedono ora con un appello online che, qualora De Mattei non si dovesse dimettere, “il cda adotti un provvedimento analogo a quello del 2007, quando venne sostituito”. E lanciano anche una provocazione: “Potremmo chiedere ad un giudice tutelare di nominare un amministratore di sostegno per De Mattei, visto che ha dimostrato di non saper svolgere alcune sue funzioni”.

“Una vergogna”, attacca Fabio Mussi, oggi presidente dell’Assemblea di Sinistra e Libertà , che ricorda il suo intervento nel 2007: “De Mattei era ed è un rappresentante della superstizione nella comunità  scientifica. Da ministro, pensavo che la questione andasse risolta. La sua presenza appartiene agli aspetti burleschi della società  contemporanea. Per questo promossi un atto che avrebbe favorito la sua sostituzione”. Il problema, per l’ex ministro dell’Università  e ricerca scientifica, è che “il governo in carica non sa che il Cnr è uno dei pezzi pregiati del Paese. Questo governo, infatti, preferisce come scuole di pensiero le madrasse televisive del premier piuttosto che le istituzioni scientifiche”. Per De Mattei, Mussi suggerisce una delle “tante trasmissioni televisive che parlano di alieni e fantasmi: sarebbe un ottimo conduttore”.

Le dimissioni di De Mattei sono invocate anche da Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil, e da Orazio Licandro (Pcdi-Federazione della sinistra).

Ma anche le associazioni che si battono per i diritti degli omosessuali sono sul piede di guerra. Le frasi omofobe di De Mattei, fanno notare, sarebbero state oggetto di denuncia, se solo esistesse nel nostro Paese il reato di omofobia. “De Mattei ci ha abituati alle sue grottesche affermazioni,  ispirate alle più ridicole e becere superstizioni, e se fosse un attore di avanspettacolo o un aspirante stregone o un superstite delle glaciazioni  tutto sommato si potrebbe pure provare a riderci sopra”, sottolinea il presidente di Arcigay, Paolo Patanè. “Tale però non è, e poiché le sue non sono barzellette e lui non è un druido ma il vicepresidente del Cnr, dovrebbe possedere nel suo stesso pensare il rigore scientifico che il suo ruolo richiede. L’unica cosa seria che il Cnr può fare a questo punto è imporgli di dimettersi, ovvero cacciarlo con  la stessa risolutezza con cui ha disprezzato la vita e la morte di migliaia di persone vittime del terremoto in Giappone, e con cui addita, con profonda e pericolosa ignoranza, la natura di milioni di omosessuali e transessuali. Il professore possiede una mente antistorica, antiscientifica e persino anticristiana, perché le sue parole offendono il rispetto a cui si ispira la quotidianità  dei veri credenti . Se ha così tanti problemi fustighi se stesso e si ritiri in un eremo”.

Non meno duro il giudizio di Aurelio Mancuso, presidente di “Equality Italia”, che vede, nella presenza di De Mattei, una precisa operazione politica: “C’è un’alleanza all’interno del governo, con una parte delle gerarchie cattoliche che hanno tutto l’interesse ad orientare istituti di questo tipo. Pur di avere un appoggio della Chiesa, il governo concede questo tipo di spazi”. Per Mancuso, De Mattei rappresenta “il ritorno del cattolicesimo della superstizione: si leggono i fenomeni sociali e storici con una interpretazione non scientifica, ma ideologica”. Della vicenda sarà  presto investita la Gelmini, attraverso un’interrogazione parlamentare presentata da Paola Concia: “Questa persone non è in grado di ricoprire quel ruolo”, attacca la deputata del Pd. “Non possiede i requisiti per essere il vicepresidente del Cnr. Andrebbe denunciato, perché sta offendendo la dignità  delle persone”.

Unanime il giudizio degli accademici. Emilio Gabba, storico dell’antichità  italiana, studioso di Storia romana e socio dei Lincei, non accetta neanche di discutere la tesi secondo cui l’impero romano sarebbe caduto per colpa degli omosessuali: “E’ una cosa assolutamente improbabile, e non ha alcun senso parlarne”. Lellia Cracco Ruggini, professore emerito, già  ordinario di Storia romana all’Università  di Torino e accademica dei Lincei, spiega che De Mattei si richiama a tesi di fine Ottocento: “Non ci sono prove che a Roma ci sarebbero stati molti omosessuali. E, comunque, l’impero romano non è caduto per questo, direi che la cosa è certa. Ci furono cause interne ed esterne, ma certamente non basta contrapporre i barbari da una parte e i popoli civilizzati dall’altra”. Un altro professore universitario, chiede l’anonimato: “Conosco De Mattei, e non vorrei attaccarlo frontalmente. Ma quando lo incontrerò, gli dirò di piantarla con queste baggianate”. Intanto, la petizione online  con la quale si chiedono le sue dimissioni dal Cnr sta sfiorando le diecimila adesioni.


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