by Sergio Segio | 9 Maggio 2011 18:50
BOLOGNA – Due morti di overdose in una sola settimana. Questo il bilancio in cui hanno perso la vita un ferrarese di 35 anni e un operatore sanitario di 46 anni, originario di Parma. Entrambi con precedenti di spaccio, sono stati rinvenuti già privi di vita nelle strade di Bologna. Le due morti riaprono il problema di una città al momento priva di strutture a bassa soglia per i tossicodipendenti. “L’estate scorsa è stato chiuso il Drop in di via Paolo Fabbri – spiega Andra Albano, già operatore della struttura e ora parte dell’unità mobile gestita dalla cooperativa Nuova Sanità –. Le morti di questa settimana sono la chiara conseguenza di questa decisione. Non si può ignorare la richiesta di aiuto di queste persone. La politica della riduzione del danno deve essere portata avanti”.
I due episodi hanno attivato anche i Radicali, che propongono di aprire anche a Bologna una “stanza del consumo controllato”, un luogo dove le persone tossicodipendenti possono essere assistite da personale specializzato. “Avevamo provato anche noi a metterla in pratica – spiega Albano –, una decina di anni fa nel dormitorio di via Carracci. I tossicodipendenti assumevano le sostanze in zone nascoste dell’edificio, nei sottoscala e nei bagni. Avevamo quindi trovato un compromesso: loro avvertivano gli operatori quando questo succedeva, in modo tale da poter essere assistiti in caso di necessità ”. Le “injection room” già attive in altre città europee potrebbero servire da esempio per l’Italia, ancora restia ad iniziative di questo tipo. (gabriele sillari)
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