Bossi sfida Pisapia: la sua Milano? Zingaropoli

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MILANO — «Un matto» . Che riempirà  Milano di «moschee e zingari» . Anzi, la trasformerà  in una «Zingaropoli» . Alla faccia dei toni soft e della svolta della campagna elettorale. Umberto Bossi all’assalto di Giuliano Pisapia. Due puntate. La faccia dura della mattina: «I milanesi non daranno la città  in mano agli estremisti di sinistra. La Lega si impegnerà , non la lasciamo ad un matto che vuole riempirla di moschee e zingari e trasformarla in una Zingaropoli» . Quella più dolce del pomeriggio. Tralascia il «matto» , ma lascia «Zingaropoli» : «Non ho detto che è matto, ma il suo progetto non è compatibile con una Milano decente. Vuole costruire una Zingaropoli e la più grande moschea d’Europa. Sono cose incompatibili con Milano» . Non ci va leggero neanche il ministro degli Esteri, Franco Frattini. Sintesi giornalistica con una buona dose di approssimazione: Letizia Moratti è un ottimo sindaco, preferirle il candidato del centrosinistra e quindi «il lato negativo della vita» è roba da «malati» . Noblesse oblige. Pisapia attaccato frontalmente non risponde né al colpo di spadone dell’erede di Alberto da Giussano né al referto medico I di Frattini. Segue i versi di Dante. «Non ragioniam di loro, ma guarda e passa» . Continua nella sua campagna di ascolto della città . Capillare. Pervasiva. Ieri ha partecipato al presidio delle associazioni di disabili e portatori di handicap davanti alla Stazione Centrale. Applausi per lui e fischi per Letizia Moratti. Approva il leader di Sel, Nichi Vendola: «Giuliano deve continuare a parlare della città , farlo con la sua passione civile, farlo anche con la sua mitezza d’animo. Giuliano Pisapia è un essere umano particolarmente speciale. Nella politica è riuscito sempre a farsi apprezzare da tutti per la determinazione gentile che è riuscito a mettere nella sua vita e nelle sue scelte» . A preoccuparsi di più dell’uscita di Bossi sono gli stessi vertici del Pdl. «Bossi ci ha abituato a qualche battuta di spirito e anche questa è colorita, non mi sembra né grave né offensiva — dice il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini —. Il Pdl si occupa della propria campagna elettorale» . Paura di perdere voti? «Non credo proprio» . Lo stesso timore che avrebbe colpito alcuni parlamentari romani del Pdl che hanno visto la prima versione dei manifesti per la campagna elettorale di Milano: ricordavano nei colori e nei caratteri i manifesti di Lassini sulle Br in Procura. Cambiati nel giro di qualche ora. Se Pisapia segue la linea della gentilhommerie, il centrosinistra fa quadrato. Strategia elettorale. Prima i vertici regionali con il segretario regionale del Pd, Maurizio Martina: «Se si dà  del matto a Pisapia, allora lo si dice anche a 315 mila milanesi che lo hanno votato. Se fossi nei panni di Bossi, avrei più rispetto per tutti loro. I capi di Lega e Pdl hanno preso una sonora scoppola e non si sono ancora ripresi. Se non hanno altri argomenti, continuino pure con gli insulti: tanto Milano volterà  pagina» . Scende in campo anche Stefano Boeri, già  sfidante di Pisapia alle primarie del centrosinistra e il più votato nelle liste del Pd: «Milano è stanca di propaganda, di incapacità  amministrativa e di campagne d’odio. Con Pisapia e il centrosinistra sarà  governata da una nuova forza equilibrata e riformista» . Poi tocca ai big nazionali: «Se la svolta moderata della campagna a favore della Moratti — attacca Enrico Letta — esordisce con le accuse di essere matti e malati ai propri avversari, mi pare che non ci sia nessuna differenza con la linea Santanché Lassini» . Un po’ più aspro il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro: «Bossi si è berlusconizzato e comincia a insultare gli avversari perché sente odore di sconfitta. Lega e Pdl sono privi di argomenti ed è per questo che ricorrono all’insulto continuo. Berlusconi ha dato del violento estremista a Pisapia, Bossi gli ha dato del matto: tutto ciò è indice della loro difficoltà  e conferma il fatto che non hanno né un programma né argomentazioni né una credibilità  di coalizione per confrontarsi con il candidato Pisapia» . 


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