Cgil: “Ad aprile 470 mila in cassa, -2.600 in busta paga”

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Secondo il sindacato, infatti, in questi primi mesi dell’anno, considerando i lavoratori equivalenti a zero ore per tutto questo periodo, pari a 17 settimane lavorative, si e’ determinata un’assenza completa di attivita’ produttiva per oltre 470.000 lavoratori. Sempre in questo periodo i lavoratori parzialmente tutelati dalla Cig hanno gia’ perso nel loro reddito oltre 1,5 milioni di euro. Ogni singolo lavoratore che e’ stato a zero ore per tutto il periodo ha gia’ avuto una perdita economica personale certa di 2.600 euro netti.

I dati dell’Inps, osserva il segretario confederale, Vincenzo Scudiere, “confermano che, a fronte di una leggera ripresa congiunturale, persiste e si evidenzia sempre piu’ uno spessore strutturale della crisi economica e produttiva: molti lavoratori escono dalla cigo mentre altrettanti restano in cassa integrazione straordinaria o addirittura aumentano in deroga”. Il rapporto della Cgil segnala che dai dati di aprile si registra un calo della richiesta delle ore di cigo, mentre “aumenta leggermente la richiesta delle ore di cigs (+0,10%), mentre la cigd, in diminuzione sul mese precedente, aumenta sull’anno precedente del +18,92%”.

L’Osservatorio Cig della Cgil ha inoltre elaborato un rapporto sulle aziende in cassa integrazione straordinaria ad aprile 2010 da dove emerge che nei primi quattro mesi dell’anno si sono registrati 2.573 nuovi ricorsi aziendali ai decreti di cigs. “Un numero- si legge nella nota- che conferma una continua tendenza all’aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando invece si registravano 2.379 ricorsi. La crescita tendenziale, segnala la Cgil, risulta quindi essere del +8,15% e riguarda 3.860 unita’ aziendali rispetto alle 3.357 del primo quadrimestre dello scorso anno (+14,98%).

Nel dettaglio l’analisi del sindacato di Corso d’Italia sottolinea un calo dei ricorsi per crisi aziendale, pari a -6,05%, anche se continuano a rappresentare una fetta consistente dei decreti, ovvero il 63,97%. Le altre causali significative e in “continuo aumento” per numero di decreti riguardano le domande di ricorso al fallimento (+76,29%) e al ricorso al concordato preventivo (+35,38%).

Nuovo aumento i contratti di solidarieta’ (+46,97%) che rappresentano il 18,85% dei decreti. Il rapporto sottolinea come nei primi quattro mesi del 2010 i contratti di solidarieta’ fossero il 13,87% del totale dei decreti. Le domande di ristrutturazione aziendale rimangono su numeri bassi, “insignificanti” per la Cgil. Sono state infatti solo 65, appena il 2,53% dei decreti. Si arriva infine agli interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale dell’impresa. In questo caso le richieste rappresentano solo il 6,11% del totale dei decreti.

Le regioni che fanno registrare il maggiore numero di decreti, sul totale di 2.573 registrati da inizio anno fino ad aprile, sono tutte al Nord: la Lombardia con 792 (550 per crisi aziendale), il Veneto con 354 (248 per crisi aziendale), l’Emilia Romagna con 336 (195 per crisi aziendale) e il Piemonte con 280 (172 per crisi aziendale). Al centro si segnala la Toscana con 171 (101 per crisi aziendale) mentre nel Mezzogiorno c’e’ la Campania con 105 (70 per crisi aziendale). “Anche in questo mese, quindi, e con ancora piu’ forza, si conferma una tendenza all’aumento dei casi di fallimento e aumentano anche i casi di concordato preventivo: segnali di crisi industriali piu’ consistenti- commenta Scudiere- e di vera crisi di prospettiva. Mentre e’ costante la tendenza da tempo in atto dell’aumento degli interventi di tipo passivo verso le imprese. L’aumento continuo dei decreti di cigs- conclude il dirigente sindacale- e’ il segno piu’ evidente di come lo spessore della crisi si ancora forte soprattutto alla luce del fatto che le aziende in crisi strutturale siano sempre piu’ in espansione”.

(DIRE)

 

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