Corte dei conti: per rispettare vincoli Ue occorre un intervento da 46 miliardi l’anno
Un aggiustamento simile a quello fatto per l’introduzione dell’euro
Si tratta, ha spiegato la Corte, di «un aggiustamento di dimensioni paragonabili a quello realizzato nella prima parte degli anni Novanta per l’ingresso nella moneta unica». Sul versante dei conti pubblici, dunque, l’Italia dovrà fare «sforzi anche maggiori di quelli accettati».
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La crisi costerà 160 miliardi nel 2013
«La fine della recessione economica non comporta il ritorno ad una gestione ordinaria del bilancio pubblico richiedendosi piuttosto sforzi anche maggiori di quelli accettati». La Corte dei Conti sottolinea «l’eredità dei condizionamenti dovuti agli effetti permanenti causati dalla grande recessione nel 2008-2009». La magistratura contabile, nel rapporto 2011 sul coordinamento della finanza pubblica, evidenzia come «si sia verificata una perdita permanente di prodotto, calcolata a fine 2010 in 140 miliardi e prevista a crescere a 160 miliardi nel 2013».
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