È giallo sui funerali “Gettato in mare per evitare che fosse venerato”

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NEW YORK – Il corpo di Osama Bin Laden gettato in mare tra i pescecani, gli islamici di mezzo mondo che contestano la sepoltura, il giallo del cadavere che nessuno vuole accogliere, le foto del mostro rimaste nel cassetto del Pentagono. Dieci anni a chiedersi che fine aveva fatto il capo di Al Qaeda. E adesso che l’incubo sembra finito l’interrogativo rispunta riveduto e corretto: che fine ha fatto il corpo? Se il mostro è morto davvero perché non lo mostrano? E dove sono le fotografie annunciate come prove? Il dubbio corre dal Pakistan agli Usa quando – il giorno dopo il “discorso della vittoria” di Barack Obama – la notizia del corpo trasportato dal compound di Abbotadab a una base Usa in Afghanistan si rivela infondata. Lo sceicco del terrore è stato invece sepolto «secondo tradizione islamica» nel tempio meno islamico del mondo: la portaerei americana Carl Wilson. Una cerimonia durata meno di un’ora: il corpo lavato, avvolto in un lenzuolo bianco, infilato in un sacco e fatto scivolare nel Golfo Persico da una tavola inclinata. Come si usava per i pirati e per tutti i morti in mare. Ma il funerale da marinaio per questo guerrigliero che tutta la vita si è nascosto tra grotte e montagne perplime: e mica poco. Dal mufti d’Egitto al santuario di Al Azhar gli esperti islamici insorgono: la sepoltura al largo è «peccato». Ma al di là  dei dubbi religiosi – la cerimonia sarebbe stata «ufficiata da un comandante Usa e tradotta in arabo»: a beneficio del morto? – fa discutere questa scelta che rilancia le teorie complottiste già  diffuse dopo l’11 settembre. Così tocca a John Brennan, il consigliere per l’antiterrorismo di Barack Obama, ribattere disperatamente agli interrogativi dei cronisti, roteando gli occhi per la sala stampa della Casa Bianca con quella velocità  che qualsiasi macchina della verità  denuncerebbe sospetta. Dice Brennan che prima del blitz la squadra di Barack aveva considerato tutti gli scenari: da quello «poco probabile» della cattura – convinti che il capo di Al Qaeda avrebbe opposto sanguinosa resistenza – fino, appunto, a quello della sepoltura «con i precetti islamici che avevamo studiato in anticipo». Ma perché tanta fretta? E davvero la Casa Bianca temeva di «superare le ventiquattr’ore previste dai rituali islamici» entro cui il corpo va seppellito? Un funzionario naturalmente anonimo rivela che il cadavere sarebbe in realtà  stato offerto a una serie di paesi arabi “amici”: ma perfino l’Arabia Saudita avrebbe preferito di no. Gli analisti si dividono. Barbara Starr della Cnn dice che «gli Usa non volevano che la tomba diventasse un santuario» per gli islamisti. Ma un’altra fonte suggerisce che gli americani temevano in realtà  «assalti per rubare il corpo»: venerato come una reliquia. Ma perché non mostrare neppure una foto? Sul web poche ore dopo il blitz circola un falso. Ma sempre Brennan assicura che «ci sono le prove documentali» dell’uccisione. Al momento – «Non sono passate nemmeno 24 ore!» – nessuna decisione è stata però presa sul se e sul quando mostrarle. Di più: «Sicuramente non vogliamo mettere a rischio altre operazioni rivelando informazioni sensibili». Così potrebbe restare nascosta per chissà  quanto tempo quella foto «molto, molto vivida» che un altro funzionario ha descritto alla Nbc. Con particolari splatter: il fiume di sangue, che sgorga sul volto centrato da un colpo passato attraverso l’occhio, sarebbe nulla di fronte allo spettacolo osceno e penoso del cervello esploso e spappolato sul viso. Ma è lui? Prima che il cadavere scivolasse in mare un test del Dna confrontato con quello della sorella morta a Boston e di altri famigliari permette di accertare «al 99,9 per cento» che si tratta di Bin Laden. Anche un esame eseguito con un software di riconoscimento facciale avrebbe dato lo stesso risultato. Ma gli uomini del blitz avrebbero avuto la certezza già  durante l’azione: quando una delle sue mogli, probabilmente la stessa usata vergognosamente come scudo umano, l’avrebbe chiamato con quel nome che era il terrore di tutto l’Occidente. Condannandolo per sempre.


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