Iran, arrestati collaboratori di Ahmadinejad

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Aureole, strade di Teheran preparate per il ritorno del Mahdi sulla terra: da sempre Ahmadinejad ha fatto ricorso a visioni millenaristiche e apparizioni mistiche per assicurarsi una legittimità  religiosa parallela a quella, garantita dalla Costituzione, del leader supremo Khamenei: o almeno di questo sono sempre più convinti gli ayatollah di Qom, sempre più critici del presidente, non escluso nemmeno Mesbah Yazdì, finora considerato il suo mentore.

Dopo diverse settimane in cui si sono susseguiti episodi quotidiani di attriti, contrasti, scontri aperti tra Khamenei e Ahmadinejad (che per 10 giorni non aveva partecipato alle riunioni di governo per protesta contro il reinserimento in carica di un ministro da lui licenziato), Arab Tv ha annunciato ieri che il leader supremo avrebbe chiesto a Ahmadinejad di dimettersi. La notizia non è stata confermata ma segue di poche ore quella data dal sito Ayandeh secondo cui alcuni tra i più stretti collaboratori di Ahmadinejad sono stati arrestati. Ayandeh ha parlato in un primo momento di 25 persone, poi ha rettificato al ribasso, ma sempre asserendo che tra gli arrestati per “horafat” (che significa superstizione, o anche stregoneria) c’è Esfandiar Rahim Mashaei, il collaboratore più vicino al presidente, suo consuocero e unanimemente considerato l’architetto della sua strategia politica.
Qual è il nocciolo del conflitto? «Senza il leader, il presidente non ha legittimità », scrive Ayandeh. Ed è questo il punto. Fin dall’inizio del suo primo mandato Ahmadinejad aveva mirato a farsi punto di riferimento di una religiosità  più mistica, legata al ritorno del Mahdi (per l’escatologia sciita il dodicesimo Imam che arriverà  sulla Terra alla fine dei tempi per far trionfare l’Islam) ed espressione di un islam più iraniano che islamico, e perciò più popolare di quella degli ayatollah. Basti ricordare il suo racconto sulla luce del Madhi lo aveva illuminato durante la sua prima partecipazione all’Assemblea generale dell’Onu, o la sponsorizzazione di un pozzo vicino a Qom da cui secondo la leggenda riemergerà  l’imam scomparso, fino alle preparazioni per la sua imminente ricomparsa. Secondo il sito Ayandeh, l’accusa con cui sono stati arrestati alcuni dei suoi collaboratori è «di avere speciali capacità  nel campo della metafisica e il collegamento con mondi ignoti». Horafat come superstizione e stregoneria. 
Il conflitto tra Khamenei e Ahmadinejad è diventato pubblico dopo che a metà  aprile il presidente ha costretto alle dimissioni il ministro del Servizi segreti, Heydar Moslehi, considerato legato a Khamenei. Pochi giorni dopo Moslehi era stato reintegrato per decisione del leader. In quell’occasione la resistenza di Ahmadinejad fu aspramente criticata dall’Ufficio del leader come «rinnegamento della fede». Durante l’assenza per protesta del presidente erano poi cominciate a circolare notizie di impeachment di cui il presidente era stato ammonito da diversi ayatollah. Negli ultimi giorni anche le potenti Guardie Rivoluzionarie si sono schierate con Khamenei.

 


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