La scelta del Papa un laico per trattare coi latinoamericani

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ROMA – Nessun laico cristiano nei secoli moderni era salito nel governo centrale della Chiesa più in alto di Guzmà n Carriquiry, un avvocato uruguayano di 67 anni, che Benedetto XVI ha nominato sabato segretario della Pontificia Commissione per l’America Latina. Una carica che costituzione e prassi della Curia romana assegnano a un arcivescovo, come è avvenuto per decenni, viene per la prima volta rimessa alla responsabilità  di un laico, sposato, padre di quattro figli e nonno di otto nipoti. Un segnale per quanto episodico che Ratzinger lancia per la riforma di una curia affondata nei suoi riti immutabili, dove laici e donne hanno per lo più incarichi esecutivi e l’atmosfera diffusa si nutre di clericalismo.

Da 40 anni a Roma, Carriquiry ha messo a frutto la sua esperienza di dirigente latinoamericano della Gioventù studentesca e universitaria cattolica nell’incarico di sottosegretario del Pontificio Consiglio dei Laici. In questa carica ha dato mano all’organizzazione delle Giornate Mondiali della Gioventù e alla verifica dei “criteri di ecclesialità ” richiesti dalla Santa Sede per il riconoscimento canonico delle varie comunità , associazioni e movimenti che costituiscono la galassia laicale del cattolicesimo in seguito al Concilio Vaticano II.
Una storia non facile, attraversata da tensioni e non priva di fallimenti, alla frontiera critica tra la Chiesa carismatica e le esigenze dell’Istituzione, tra l’entusiasmo religioso dei Movimenti, tendenzialmente autarchici, e il richiamo alla disciplina comunitaria dell’autorità  ecclesiale. L’idea di laico visibile in Carriquiry somiglia a quella del cardinale J. Henry Newman. Anche per lui, «la Chiesa sarebbe ridicola senza i laici». Ogni parte costitutiva della Chiesa ha una sua precisa funzione. Di qui la convinzione che il coinvolgimento dei laici anche nel governo della Chiesa sia un obbligo, non un hobby: Newman ricordava che nel IV secolo erano stati i vescovi a cadere nell’eresia dell’arianesimo mentre i laici, fedeli, avevano salvaguardato la fede della Chiesa.
Con il nuovo incarico, l’attenzione si sposta sul ruolo di Carriquiry di ponte fra la curia romana e il cattolicesimo latino-americano. Il fatto che non sia più un ecclesiastico, ma un laico ad assumere la responsabilità  di questa mediazione potrebbe significare che Benedetto XVI punta a una maggiore ricezione delle istanze delle chiese latinoamericane nel sistema romano. Secondo il motu proprio di Wojtyla pubblicato nel 1988, la Commissione per l’America Latina ha l’incarico di «studiare in maniera unitaria i problemi dottrinali e pastorali concernenti la vita e lo sviluppo della Chiesa nell’America Latina, nonché di assistere e aiutare gli organismi della Curia maggiormente interessati».
La prima missione del nuovo segretario è all’Assemblea generale del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam) in programma a Montevideo (17-20 maggio). Appassionato dell’America Latina, per cultura e solidarietà , e non solo per nascita, a lui faranno riferimento a Roma i cardinali e i vescovi del «primo continente cristiano», dove vive quasi la metà  dei cattolici del mondo.

 


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