L’accusa di Celentano in tv “Era la città  di Leonardo da Vinci nessun voto a chi l’ha sfasciata”

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MILANO – «Pisapia dovrebbe ritirare la querela alla Moratti perché ha già  vinto in tutti i sensi. Ha ragione Bersani quando dice che si è sparata sui piedi. E come si fa a votarla?». Adriano Celentano ieri sera ha telefonato ad AnnoZero per sostenere il candidato del centrosinistra a Palazzo Marino, polemizzando anche con il premier Berlusconi: «È il mandante per come è stata ridotta la città , che non è più la città  di Leonardo Da Vinci». Celentano ha ribadito anche la necessità  dei no il 12 e 13 giugno alla privatizzazione dell’acqua, nucleare e legittimo impedimento: «Gli italiani, anche se non si tiene il referendum sul nucleare, devono andare comunque a lasciare i loro bigliettini di voto». 
Anche oggi ci saranno iniziative per ribadire la contrarietà  agli attacchi della Moratti e di Berlusconi. Piero Bassetti, il primo presidente della Regione, storico nome della Dc, renderà  pubblico un appello di solidarietà  e di invito al voto nei suoi confronti, a nome del comitato del “51 per cento” con il presidente emerito della Corte Costituzionale, Valerio Onida. Tra i firmatari, l’ex numero uno di Unicredit Alessandro Profumo, che già  qualche giorno fa aveva seguito da spettatore un’uscita pubblica di Pisapia, Piero Schlesinger, Guido Artom, Marco Vitale, Annamaria Testa. Endorsement anche dal regista Gabriele Salvatores. Ieri sera anche Umberto Eco si è speso per Pisapia all’incontro di Libertà  e Giustizia allo Spazio Krizia: «In queste elezioni Berlusconi si gioca la faccia. Per questo è disposto a tutto. E per questo oramai mi aspetto di tutto». Per il semiologo «Berlusconi ha voluto trasformare queste elezioni in un referendum personale, basta vederlo dai manifesti, c’è il suo viso ovunque. Ma dove è finita la Moratti?». Al sindaco Eco ha riservato solo una battuta («Non commento le sue parole, non faccio l’istruttore delle signore della borghesia milanese»), mentre su Pisapia ha detto tra gli applausi: «Votare lui vuol dire votare un no alle indegnità ».


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