Libia, Gheddafi sempre più solo in fuga famiglia e manager del clan

by Editore | 19 Maggio 2011 7:32

Loading

Pezzo dopo pezzo, continua lo “smontaggio” progressivo del regime libico. In un clima di gossip involontario e disinformazione intenzionale, dalla Libia arrivano notizie poco verificabili. Con un’eccezione: il flusso in uscita alla frontiera con la Tunisia è in crescita, e fra chi fugge da Tripoli ormai ci sono mogli e figli di Gheddafi, ma anche molti dirigenti del regime.

Ieri sera il governo tunisino ha confermato una notizia che è un segnale di allarme rosso per il regime libico: una moglie e due figli di Gheddafi sono fuggiti a Djerba, l’isola a 120 chilometri dal confine libico. Dopo le anticipazioni di media arabi, e dopo la conferma arrivata a Roma dai primi rapporti diplomatici, ieri sera una fonte tunisina ha confermato che in un albergo si sono rifugiate la seconda moglie di Gheddafi, Safya Farkash, e sua figlia Aisha, l’avvocatessa che difese Saddam Hussein. In una clinica privata invece si sarebbe fatto ricoverare sabato il primo figlio del colonnello, Mohamed, il più “pacifico” fra gli eredi del dittatore: si è sempre occupato di affari, e da ultimo aveva ricevuto in dono il controllo della Libyana, uno dei due operatori di cellulari libici. Con lui un seguito di uomini d’affari, familiari e amici, tutti vicini ai livelli più alti del regime. 
È lo stesso gruppo di cui avrebbe fatto parte Shukri Ghanem, l’intelligente e iperattivo presidente della Noc, la compagnia petrolifera di Stato: ma il bollettino di arrivi e partenze dal regime libico ieri lo dava per rientrato in Tunisia. Se pure avesse voluto abbandonare Gheddafi, Ghanem – che è un vero pezzo da 90 – potrebbe essere stato ricattato dal regime, che controlla alcuni membri della sua famiglia rimasti a Tripoli.
Un’altra notizia che se fosse vera sarebbe più importante della fuga in Tunisia, è quella che parla di uno scontro a fuoco (un tentativo di attentato?) tra Gheddafi e il ministro della Difesa Abubakr Yunis Jabbar. L’uomo che avrebbe fronteggiato il colonnello non è lo Yunis ex ministro dell’Interno che sin dall’inizio della rivolta si è schierato con i ribelli. Si tratta di un compagno di Gheddafi dal 1969, dai giorni del colpo di stato contro re Idriss, uno dei 5 sopravvissuti del Consiglio di comando rivoluzionario di 14 ufficiali che guidò il golpe. La veridicità  della notizia è messa in dubbio dal fatto che – secondo molte fonti – un attentato a Gheddafi potrebbe essere messo a segno solo da una sua guardia del corpo, visto che da sempre chi lo incontra viene accuratamente perquisito dalla sua sicurezza. 
Ultimo tema quello del sempre possibile esilio del colonnello: a Tripoli nel suo enorme suv nero Nissan per giorni ha continuato a muoversi frenetico l’ambasciatore venezuelano, che di nascita è siriano. Qualcuno segnala anche la sua partenza, il che non compromette la possibilità  che Gheddafi possa fuggire proprio in Venezuela, ma rende il tutto più difficile. Altri invece parlano di Indonesia e Malesia, paesi asiatici e musulmani, come possibili rifugi per il dittatore se davvero decidesse di partire prima di una nuova ondata di bombardamenti. Nonostante il mandato di cattura internazionale, molti ritengono che le maglie della Nato rimarrebbero aperte per lasciar fuggire Gheddafi, in cambio di una fine rapida della guerra e dei suoi attacchi alla popolazione civile.

 

Post Views: 160

Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2011/05/libia-gheddafi-sempre-piu-solo-in-fuga-famiglia-e-manager-del-clan/