Potenziali richiedenti asilo sbarcati in Calabria ed espulsi in Grecia

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Roma – Mentre l’attenzione è puntata su Lampedusa, i migranti afgani, curdi e iracheni che sbarcano in Calabria vengono espulsi in Grecia dal porto di Brindisi. Probabilmente senza neanche poter chiedere asilo politico. E’ il caso di 84 persone arrivate in barca a vela nel porto di Roccella Jonica lo scorso 8 aprile. Tra loro molti potenziali richiedenti asilo e 27 minori. La vicenda è stata denunciata da Amisnet, dopo una segnalazione da parte di attivisti delle reti antirazziste greche. Il gruppo di migranti è stato trattenuto per undici giorni nella palestra della scuola elementare della cittadina calabrese sotto sorveglianza delle forze dell’ordine e poi trasferito con un pullman al porto di Brindisi. Da qui è salpato il traghetto “Ionian Queen” che li ha riportati tutti a Patrasso. Secondo le testimonianze raccolte, non sarebbe il primo caso di migranti sbarcati sulla costa jonica calabrese trattenuti per giorni in strutture che non hanno lo status giuridico di centri d’accoglienza e poi espulsi in Grecia. Domenico Lucano, sindaco di Riace, ha accolto nel suo paese una famiglia afgana che faceva parte del gruppo sbarcato a Roccella Jonica.

“Non sapevo li avessero mandati in Grecia, quando sono partiti con l’autobus sapevamo che erano diretti a Brindisi, ma non al porto, al centro di accoglienza per richiedenti asilo” dice il primo cittadino calabrese. A essere ospitati a Riace sono stati una donna incinta con il marito ammalato di leucemia e i loro 4 bambini. “Lei si è rifiutata di salire sull’autobus perché non voleva partire senza il marito, il quale dopo lo sbarco è stato ricoverato per alcuni giorni agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria – spiega Lucano – per noi potevano restare ospiti a Riace, gli abbiamo offerto l’alloggio ma dopo una settimana sono andati via, avevano urgenza di raggiungere dei parenti in Germania”. Secondo il sindaco di Riace, il problema sta nella gestione complessiva della cosiddetta ‘emergenza immigrazione’ da parte del governo Berlusconi.

“Con questo silenzio il governo italiano è complice di un’emergenza umanitaria – denuncia Lucano – non c’è un vero programma di accoglienza, non si ampliano i posti dello Sprar, il Sistema di protezione per rifugiati e richiedenti asilo, dove ci sono servizi già  operativi e collaudati. Al contrario, si ammassano i migranti a Mineo e noi dobbiamo ovviare alla loro disattenzione”. (raffaella cosentino) 

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Mastro­gio­vanni come Cucchi

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