“Bce non accetterà  più bond greci a garanzia”

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BERLINO – Una severissima levata di scudi della Banca centrale europea (Bce) contro l’ipotesi di ristrutturazione del debito greco ha creato grave allarme sui mercati, e tensioni sui titoli pubblici degli Stati dell’Europa mediterranea il cui debito sovrano è in crisi. La nuova allerta per la crisi greca è al quarto giorno consecutivo, e non si vede una facile via d’uscita. Tanto che si infittiscono le voci sul possibile varo da parte dell’Ue di un nuovo piano di aiuti da 60 miliardi. 

Il monito della Bce è semplice, durissimo: l’Eurotower potrebbe non accettare più bond greci come collaterale a garanzia del finanziamento delle banche elleniche, se Atene, Ue e Fmi concorderanno una ristrutturazione del debito ellenico. Immediate le ripercussioni sui mercati: i bond greci decennali sono stati valutati ieri a un tasso in forte rialzo del 16,03%, mentre lo spread con i bund tedeschi è salito a circa 1.300 punti base, quasi un record storico. L’euro è stato quotato a 1,425 sul dollaro. E su questo sfondo, ha creato timori anche il deludente esito dell’asta di titoli pubblici spagnoli che ha raccolto solo 3,2 miliardi contro i 4 attesi. L’avvertimento della Eurotower è venuto in tre fasi. Prima, secondo indiscrezioni trapelate ieri, lo ha pronunciato il presidente dell’istituto, Jean-Claude Trichet, in persona, lunedì scorso, in un incontro a porte chiuse con i ministri economici e finanziari europei. Poi mercoledì sera il capo economista della Bce, Juergen Stark, lo ha enunciato a chiare lettere a una conferenza ad Atene. Infine ieri i portavoce Bce hanno sostanzialmente confermato la scelta della linea dura. «Secondo gli obblighi derivanti dal suo statuto», ha detto Stark, «la Bce in caso di ristrutturazione del debito greco minaccerebbe l’adeguatezza dei bond ellenici quali strumento di collaterale a garanzia». Ciò potrebbe significare che una ristrutturazione del debito renderebbe impossibile la continuazione dell’uso dei bond ellenici quali collaterale di garanzia di gran parte dell’offerta di liquidità  della banca centrale stessa al sistema bancario di Atene. La Bce, insomma, potrebbe abrogare l’accordo rimasto in vigore finora, in base al quale per sostenere la Grecia continuava ad acquistare i suoi bond pubblici, pur quotati sul mercato a livello spazzatura. 
La minaccia della Eurotower è pesantissima: se la Bce dovesse davvero non acquistare più titoli greci, il sistema finanziario ellenico andrebbe a un rapidissimo collasso. Con gravi conseguenze soprattutto per Germania e Francia, grandi creditori di Atene. Per questo molti ieri si chiedevano se Trichet faccia sul serio, o se invece il suo ultimatum non sia un pesante strumento negoziale. Certo sembra che egli voglia piegare la Ue e il Fondo monetario a rinunciare alla ristrutturazione del debito ellenico e a varare per giugno il nuovo pacchetto d’aiuti da 60 miliardi di cui si sta discutendo in questi giorni. 
Il ministro delle Finanze greco, George Papaconstantinou, intanto, si appresta a varare un nuovo, durissimo, piano economico per risparmiare entro la fine dell’anno i 6 miliardi che servono per coprire i buchi di bilancio. Previsti nuovi tagli di stipendi, pensioni e sussidi sociali, la chiusura di molti enti statali, il non rinnovo dei contratti a termine, il congelamento delle assunzioni nel settore pubblico e alcune privatizzazioni.

 


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