“Io assolto, l’amnistia l’ha usata il premier le loro bugie dettate dal terrore di perdere”

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MILANO – Giuliano Pisapia, quando mercoledì mattina era negli studi televisivi, si aspettava quell’attacco sul finale di Letizia Moratti?
«Da giorni mi ero reso conto che stavano alzando i toni, sentivano forte il timore della sconfitta. E supponevo fossero determinati a qualsiasi mossa, anche ad usare le falsità  come hanno fatto, per evitarlo. Quando ha capito che stava perdendo nel confronto, Letizia Moratti ha deciso di giocarsi la carta di quella falsità  che si era preparata a tavolino».
Spieghi ancora una volta, per chi non l’avesse capito: lei è stato condannato, amnistiato o assolto?
«L’accusa di concorso morale in furto è stata coperta da amnistia in primo grado, ma i giudici scrivono nella sentenza che comunque mi avrebbero assolto per insufficienza di prove. Ho fatto comunque ricorso in appello, e lì sono stato assolto nel merito. Anche il premier Berlusconi si è servito dell’amnistia: la differenza è che lui non ha chiesto che fosse provata la sua innocenza piena». 
Comunque Letizia Moratti dice: la vicenda dimostra che Pisapia frequentava i terroristi. Lei chi frequentava in quegli anni?
«Il collettivo studentesco di via Decembrio, che era un centro culturale con libreria. Criticavamo da sinistra il Pci, ma le persone che frequentavo io erano di sicuro meno estremiste di altri che oggi siedono in parlamento o al governo. Penso al sottosegretario Miccichè, al ministro La Russa, al sindaco Alemanno ma anche a chi militava in Potere Operaio».
Lei dove si trovava, in quella galassia?
«Quel movimento ha fatto da argine politico per tanti giovani, mentre altri sceglievano la strada della violenza. Io no, ecco perché non mi vergogno del mio passato e rivendico le mie posizioni di sinistra che non hanno nulla a che vedere con il terrorismo». 
Quindi niente terroristi. Bisognerebbe spiegarlo alla Moratti.
«Consiglio al sindaco uscente di leggere le dichiarazioni di solidarietà  nei miei confronti dei figli di Emilio Alessandrini, di Vittorio Bachelet, di Walter Tobagi, di Guido Rossa. A rappresentarmi nella querela che presenterò nei suoi confronti, saranno Umberto Ambrosoli e Lodovico Isolabella».
Torniamo al confronto. Cosa è successo? Avevate avuto un paio di scontri vivaci, prima che il sindaco sventolasse quel foglio. 
«Letizia Moratti si è innervosita. Ma non solo per come stava andando il confronto. Non si aspettava il consenso che sta convergendo su di me da mondi lontanissimi: anche, certamente, da quella borghesia illuminata di Milano che è tornata ad impegnarsi per la città , ma anche dei giovani, erano in 20mila martedì al concerto gratuito che abbiamo organizzato. Una cosa che a Milano non si è mai vista. E questo la Moratti non riesce ad accettarlo».
Quindi è stato un gesto estemporaneo?
«I suoi comunicatori l’hanno lasciata libera di decidere se usare o meno quella falsità , ma non ho dubbi che fosse premeditata, con una volontà  dolosa e diffamatoria, direbbe – e dirà  – un giudice».
C’è stata una “manina” che le ha allungato quel foglio, dicono.
«Sì, lo penso anche io, vedo quella mano che va a cercare atti processuali di trent’anni fa: non sono i servizi segreti deviati, ma un modo deviato di fare politica».
Ieri sera, in un affollatissimo incontro con Libertà  e Giustizia, lei ha detto: sono loro gli estremisti. Loro chi?
«Mi domando quale sia, ormai, la differenza tra Moratti, Berlusconi e Lassini. I loro metodi sono gli stessi, da estremisti. Molti, nel centrodestra, si sono tenuti lontani dalle dichiarazioni oppure, come il leghista Salvini, hanno detto: Letizia è una bugiarda».
Chi invece ha chiamato lei, dal centrodestra?
«Diversi deputati ed ex deputati del Pdl. E un moderato come Achille Serra mi ha telefonato per ribadirmi la sua stima».
Non parli di moderati: il sindaco dice di essere lei, l’icona moderata.
«Dice che proviene da una famiglia moderata, di certo non lo è lei. Le bugie dimostrano che ormai non è più autonoma, è succube degli estremisti del suo partito. Prima che mi provocasse con quella bugia io avevo evitato le polemiche di questo tipo. A questo punto mi aspetto di tutto, ma i loro attacchi si sono rivelati così falsi che non potranno più avere credito».
Perché crede che una persona di solito algida come la Moratti si sia scatenata contro di lei?
«Cerca di infangarmi perché sono riuscito a tenere assieme la coalizione, e perché il Pdl sa che c’è grande fiducia su di me da mondi che la Moratti pensa siano cosa sua. Lei ha perso la testa, noi manteniamo la calma. Per il ballottaggio, poi, non credo che centristi e grillini abbiano apprezzato il suo gesto».
Non le ha stretto la mano, alla fine. Lo rifarebbe?
«È la prima volta in vita mia che non do la mano a qualcuno. Ed è anche la prima volta che faccio una querela».


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