“L’Italia investa nella conoscenza”: l’appello di oltre 30 organizzazioni

by Sergio Segio | 17 Maggio 2011 15:22

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ROMA – “Ridare futuro, speranza e fiducia al paese è la priorità . La conoscenza è lo strumento per farlo”. È questo l’appello lanciato questa mattina dagli Stati generali della conoscenza riunitisi oggi e domani a Roma presso il centro congressi Frentani. Tra studenti, insegnanti, ricercatori e associazioni, sono più di 30 le organizzazioni riunitesi per confrontarsi sul futuro dell’istruzione, della formazione e della ricerca in Italia. “C’è una vera e propria emergenza educativa, sociale, culturale e occupazionale oggi nel nostro Paese – spiegano le organizzazioni nel documento di base presentato oggi -, in dimensioni decisamente maggiori rispetto agli altri paesi, che riguarda i giovani e il loro futuro. Lavoro, sapere e diritti devono tornare al centro delle scelte strategiche per restituire fiducia e futuro al paese”.

All’incontro di oggi le diverse organizzazioni giungono dopo l’appello lanciato lo scorso dicembre sul tema del sapere e avente come prima firmataria Susanna Camusso, segretario della Cgil. “Con la giornata di oggi stiamo realizzando quello che a dicembre era un auspicio contenuto nell’appello che è stato sottoscritto da circa 3mila persone – ha spiegato Maria Brigida, Flc Cgil e del comitato promotore -. Oggi siamo 32 sigle che rappresentano soggettività  molto differenti per il ruolo che svolgono, per la sensibilità  e per le stesse dimensioni della rappresentanza”. Diverse organizzazioni per riflettere sul futuro della conoscenza in Italia. “Nei prossimi dieci anni l’Unione europea è impegnata a raggiungere alcuni obiettivi essenziali – si legge nel documento presentato oggi -: triplicare gli investimenti nella ricerca, raggiungere il 40% dei laureati nella fascia di età  30-34 anni, dimezzare la dispersione scolastica e migliorare gli esiti di apprendimento, raddoppiare il numero degli adulti in formazione, raggiungere il 33% di bambini nei servizi educativi per l’infanzia. Fino ad oggi il nostro paese non ha superato il gap negli investimenti in conoscenza che lo divide dai paesi più sviluppati e non ha realizzato riforme utili a innalzare i livelli di inclusione e la qualità  dei  sistemi della conoscenza. Si è così prodotto un epocale disinvestimento, economico e politico, nei sistemi di istruzione, formazione e ricerca che acuisce la divisione dei cittadini sulla base delle disponibilità  economiche, dell’appartenenza sociale, culturale, etnica e territoriale”.

“Riteniamo indispensabile oggi interrogarci sulla condizione in cui in Italia vive il tema della conoscenza e della cultura – ha affermato Paolo Beni, presidente nazionale Arci -. In questi anni c’è stato un pesante disinvestimento nella scuola pubblica, nei sistemi pubblici di formazione, nell’università  e nella ricerca, ma anche nella cultura in genere. Questo sta producendo una regressione del Paese. Pensiamo che rimettere al primo posto l’investimento pubblico nella conoscenza sia condizione essenziale per far ripartire il paese”. E l’appuntamento di oggi e domani, spiega Beni, può diventare un “laboratorio permanente di costruzione di proposta per spostare in direzione di un rafforzamento delle politiche culturali del Paese i decisori politici”, perché, continua, “bisogna creare nel paese una consapevolezza diffusa dell’importanza di questi temi”. Per le 32 organizzazioni, oggi “occorre costruire un nuovo sistema di welfare universale in grado di assicurare sia il diritto allo studio e l’accesso ai saperi, rimuovendo le disuguaglianze economiche e sociali di partenza, sia la continuità  del reddito come fondamento dell’autonomia sociale per il superamento della precarietà  lavorativa ed esistenziale delle giovani generazioni”. Per questo si chiede di “definire i livelli essenziali delle prestazioni, garantire l’accesso ai saperi e individuare strumenti universali di welfare che promuovano opportunità , scelte, spazi di cittadinanza, autodeterminazione e libertà , superando gli attuali modelli di tipo prevalentemente familistico e risarcitorio”.
Queste le organizzazioni che hanno aderito: Adi (Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani), Agenquadri (Associazione di rappresentanza di quadri, professionisti ed alte professionalità ), Aimc (Associazione italiana maestri cattolici), Arci, Arci ragazzi, Auser, Cgd (Coordinamento genitori democratici), Cgil, Cidi (Centro di iniziativa democratica degli insegnanti), Conpass (Coordinamento nazionale dei professori associati), Cip (Comitato insegnanti precari), Edaforum (Forum permanente per l’educazione degli adulti), Flc Cgil, Fnism (Federazione nazionale degli insegnanti), Fondazione Di Vittorio, Legambiente, Legambiente Scuola e Formazione, Lend (Lingua e nuova didattica), Libera, Link Coordinamento universitario, Mce (Movimento di cooperazione educativa), Mieac (Movimento di impegno educativo di azione cattolica), Msac (Movimento studenti di azione cattolica), Proteo Fare Sapere, Rete degli studenti, Rete della conoscenza, Rete 29 Aprile, Tavola della pace, Spi Cgil (Sindacato pensionati italiani Cgil), Unione degli studenti, Udu (Unione degli universitari), Vol.un.t.a.s. (Volontari under 18-transumanz e attive e solidali).

 

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