Quello sguardo sanguinario che non è mai cambiato

Loading

Mentre guardo le foto su Internet, alcuni dei miei amici sono andati davanti al Tribunale, tentando di vedere dal vivo quello che ci suggeriscono di vedere: che è irriconoscibile, con un berretto in testa, completamente trasformato. Nessuno potrebbe dire che è lui. A me lui sembra uguale con lo stesso sguardo sanguinario, gli stessi feroci occhi azzurri, l’avrei riconosciuto subito, senza l’impegno decennale degli interi servizi segreti serbi.

E’ visibilmente invecchiato e quindi dicono che non sembra lui. E’ allora? Anch’io in questi 15 anni sono visibilmente invecchiata e potrei ritenermi fortunata perché a differenza di me e Mladic quelle otto mila persone uccise non avevano possibilità  di invecchiare. Molti tra di loro neanche di crescere. E per ricordarvelo, tra le vittime c’erano anche 500 bambini, tanti uccisi con una pallottola alla nuca per poi essere trasportati nelle fosse comuni o buttati nel fiume.
Adesso, anche se sono consapevole di un raggiungimento parziale della giustizia, non desidero festeggiare ma ho bisogno dei dettagli, voglio l’intera storia, mi interessano le risposte alle domande più semplici: chi è responsabile e chi ha tenuto nascosto Ratko Mladic? Se ci fosse stato più coraggio e volontà  politica per affrontare questi fatti, oggi ci sarebbe da festeggiare. Cosi, rimane solo la nausea.


Related Articles

Dopo le elezioni. Una disunione austro ungarica

Loading

Le istituzioni europee si tengono a debita distanza dalle situazioni di crisi, trincerate dietro il più opaco formalismo diplomatico

Raul Castro, colpo basso all’Adjustment Act

Loading

CUBA/USA LA NUOVA LEGGE MIGRATORIA
L’AVANA. La nuova legge migratoria cubana mette in crisi i rappresentanti repubblicani degli anticastristi negli Stati uniti. L’apertura decisa dal presidente Raul Castro potrebbe infatti dare un colpo mortale al Cuban Adjustment Act, la legge americana che concede la residenza a tutti i cubani che mettano piede negli Usa, considerandoli di fatto esuli dall’inferno comunista.

«Boston strong»: la città  liberal non si piega

Loading

BOSTON — La città  si risveglia da cinque giorni incubo — dalle bombe della maratona alla cattura di Dzhokhar Tsarnaev, il giovane attentatore di origine cecena che ha seminato morte assieme al fratello Tamerlan, a sua volta ucciso — in un week end di tiepido sole. La gente sciama nelle strade e nei parchi che venerdì erano rimasti deserti per il coprifuoco.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment