by Editore | 20 Maggio 2011 6:44
NEW YORK – Un milione di dollari per la libertà . Cinque milioni di dollari in azioni come “assicurazione” che non fuggirà . La detenzione nella casa di New York. Il braccialetto elettronico. Il passaporto consegnato in attesa del processo e la rinuncia a qualsiasi richiesta di estradizione. Ma anche una guardia del corpo armata 24 ore su 24: a sue spese, per 200 mila dollari al mese. È la libertà più costosa che si ricordi da anni quella concessa dal tribunale di New York all’uomo che era tra i più potenti della terra.
Milioni su milioni di dollari per uscire dall’incubo di Rikers Island: il penitenziario nell’East River dove il prigioniero Dominique Strauss-Kahn è guardato a vista per il rischio-suicidio dalle guardie che devono svegliarlo appena cercava di addormentarsi per controllare se respira ancora. Continuerà a essere guardato a vista: ma in una ricca abitazione del centro di New York di cui la moglie Anne Sinclair – che, seduta in aula accanto alla figlia, in silenzio, ascolta le parole del giudice Michael Obus – sarà responsabile. Ci si rivede il 6 giugno: la battaglia giudiziaria vera e propria adesso può cominciare.
Da ieri l’ex capo del Fondo Monetario – che s’era dimesso poche ore prima «per dedicare tutte le mie forze a dimostrare la mia innocenza» – è formalmente incriminato di uno dei più orribili tra i crimini: lo stupro. Ma da ieri l’uomo che a luglio avrebbe comunque lasciato la sua prestigiosissima poltrona per tentare l’ascesa all’Eliseo sa che potrà tornare alla sua famiglia dopo i giorni di incubo in una cella 3 metri per 4: rinchiuso con una divisa grigia senza cintura e senza bottoni – senza neppure i lacci alle scarpe, sempre per paura che si togliesse la vita. Ancora una notte all’inferno: il complicatissimo pacchetto che garantisce la cauzione sarà firmato soltanto oggi.
Strauss-Kahn è «una persona rispettabile» e non tenterebbe mai di fuggire: così l’avvocato Bill Taylor giustifica la richiesta di cauzione già stata negata dalla giudice Melinda Jackson lunedì scorso. I tabloid continuano a raccontare particolari: parlano del giro di prostituzione in cui era finito, gestito dalla “madame” che organizzava gli incontri a pagamento per l’ex governatore Elliot Spitzer – oggi volto noto della Cnn. Sono notizie che rafforzerebbero però anche la tesi del sesso consensuale della difesa: l’hotel sede di incontri a luci rosse ma non stupri.
La procura insiste: il network di conoscenze di quest’uomo può farlo sparire per sempre dalle mani della giustizia americana. Di più: con le ricchezze che si ritrova, Strauss-Kahn può tranquillamente nascondersi in uno dei tantissimi paesi del mondo che non hanno l’estradizione negli Usa. Ma la decisione sulla libertà condizionale alla fine arriva: al termine di un’udienza tesa e molto più lunga di quei 26 minuti che lunedì scorso l’avevano spedito all’inferno. Prima è arrivata però la notizia del processo: si farà . Dominique Strauss-Kahn dovrà difendersi dalle accuse di stupro della cameriera guineana che gli sono costate sette capi d’accusa, per un totale di 74 anni di carcere. Ci sono due accuse di criminal sexual act: è quella che qui si definisce “sodomia”, ma si riferisce al sesso orale. C’è il tentativo di stupro. Ci sono gli abusi di primo e terzo grado. C’è il sequestro di persona.
Gli arresti domiciliari arrivano dopo che la giuria popolare aveva ascoltato l’altro ieri sia la testimonianza dell’accusatrice che quella dell’accusato, trascinato fin lì in catene. L’accusa sbandiera come un successo il fatto che il grand jury abbia confermato tutte le ipotesi di reato. Ma il capo della procura Cyrus Vance ora ricorda – per spegnere le polemiche con i francesi sui ceppi e le manette – che il sistema americano «protegge i diritti di tutti gli accusati: cittadini e stranieri».
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