Trovato ordigno rudimentale davanti alloggi per libici
ROANA (Vicenza) – Come «benvenuto» un apparente ordigno rudimentale sferico, di gomma e carta con led ad intermittenza e fili collegati al cancello. Ignoti lo avevano sistemato e fatto ritrovare questa mattina all’ingresso dell’ex istituto elioterapico a Mezzaselva di Roana (Vicenza), sull’Altopiano di Asiago dove arriveranno circa 250 profughi libici. La struttura, di proprietà della Regione, accoglierà infatti, secondo quando annunciato dalla Prefettura di Vicenza, profughi dalla Libia che attualmente si trovano al centro regionale di Prima accoglienza a Verona.
Sul posto i carabinieri della compagnia di Thiene (Vicenza) e gli uomini della Digos di Vicenza. La «bomba» è stata messa in sicurezza e sarà disinnescata in giornata dagli artificieri. Una riunione dei sindaci della zona si era conclusa con la richiesta, da parte dei primi cittadini, di un presidio permanente delle forze dell’ordine a supporto dell’esiguo numero di quelle presenti ora sul territorio.
Sulla questione profughi sull’Altopiano intanto cresce la polemica. «Siamo delusi perché siamo stati avvisati quando la decisione era già stata presa – dice Andrea Gios, sindaco di Asiago – ma soprattutto siamo preoccupati per le ripercussioni sulla stagione turistica in Altopiano». Poi prosegue: «La decisione di mandare un così alto numero di profughi in Altopiano – precisa Gios – avrà sicuramente ripercussioni sociali ed economiche. Nell’intera zona di Asiago e Roana operano in tutto una decina di carabinieri, mentre il turismo rappresenta la ricchezza principale per questo territorio, che in tal senso rischia di avere ripercussioni in vista dell’ormai imminente estate». «Tale scelta – conclude – la ritengo una sconfitta della politica, in quanto una decisione del genere andrebbe annunciata, spiegata e discussa con la popolazione locale. E invece abbiamo saputo tutto quando all’ospedale di Mezzaselva erano stati ultimati gli allacciamenti dell’acqua».
«La ‘scoperta’, a Roana, di un ospedale in ottime condizioni e non utilizzato, a tre chilometri dai centri abitati, ci ha spinto a prenderlo in considerazione, con la semplice opera caritatevole dei volontari e della Caritas, come primo punto d’appoggio e di prima accoglienza per effettuare visite mediche e quant’altro, accogliendo per un paio di giorni i profughi». Il presidente del Veneto, Luca Zaia, è tornato ad affrontare il tema immigrazione, definito «una partita sempre più impegnativa». Zaia ha ribadito di essere «al fianco del prefetto, da cui attendiamo novità sulle quote di profughi per provincia». «Al momento – ha concluso – abbiamo ospitato 600 persone, molte delle quali se ne sono già andate, ma ci ritroviamo sostanzialmente da soli, unico Stato europeo che sta pagando danni veri». (Ansa)
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