Una Cia privata

Loading

Dopo la privatizzazione delle forze armate, con il proliferare delle compagnie di mercenari, arriva la privatizzazione dei servizi di spionaggio.

Negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Australia esistono da tempo società  private* che forniscono servizi d’intelligence ad aziende e governi, ma la neonata compagnia americana Jellyfish (medusa, in inglese) Intelligence si presenta come una vera e propria Cia privata.

La Jellyfish, presenta nei giorni scorsi con un a conferenza stampa a Washington, è infatti un’emanazione diretta della famigerata e potentissima compagnia di contractors Blackwater/Xe e una reincarnazione del discusso programma di spionaggio militare ‘Able Danger’ (ufficialmente chiuso nel 2000).

Il presidente della nuova società , l’ex ufficiale di marina Keith Mahoney, era il direttore del settore intelligence della Balckwater. Anche il vicepresidente, Michael Yorio, viene da lì. Da ‘Able Danger’ arrivano invece il consigliere militare, l’ex agente segreto militare Tony Shaffer (famoso per aver scritto un’autobiografia poi censurata dal Pentagono), e il direttore tecnico, James D. Smith.

La nuova compagnia vanta un una vasta rete globale di agenti, informatori e infiltrati sparsi in tutti i paesi ‘caldi’, dal Pakistan all’Iran, dall’Egitto alla Somalia, dalla Colombia alla Serbia. Ma il focus della Jellyfish sembra comunque essere il Medio Oriente scosso dalla ‘primavera araba’, dove l’azienda afferma di avere ”risorse umane ben inserite nei gruppi d’opposizione”, vale a dire con quelle forze ‘rivoluzionarie’ che oggi vengono aiutate a salire al potere affinché domani facciano affari con le compagnie occidentali.

Se la rete di spie nelle ‘zone calde’ è il patrimonio umano che la Jallyfish riceve in dote dalla Balckwater, da ‘Able Danger’ la compagnia eredita un know-how informatico in grado di offrire ai clienti software personalizzati per ricevere dati e informazioni riservate tagliate su misura.

Si stima che già  oggi il 70 per cento dei budget della Cia venga speso per pagare società  private d’intelligence cui l’agenzia ‘esternalizza’ il lavoro. Tra queste non ci sarà  però la Jellyfish: Keith Mahoney, ha infatti dichiarato che la sua compagnia non lavorerà  per il governo degli Stati Uniti, lasciando intendere che la medusa partorita dalle torbide acque della Blackwater lavorerà  in proprio.

A forza di delegare attività  d’intelligence tradizionalmente svolte dallo Stato a compagnie private, queste stanno acquisendo informazioni, contatti, strumenti ed esperienza tali da poter operare per conto proprio.
Se finora la privatizzazione dei servizi erogati dallo Stato (istruzione, sanità , trasporti telecomunicazioni, sicurezza, ecc.) ha sacrificato l’interesse pubblico a favore di quello privato, i diritti della collettività  ai privilegi di un élite, facile, e inquietante, immaginare cosa accadrà  se anche lo spionaggio diventerà  un business privato.

 * Le principali sono: Stratofr, Site Institute, Intel Center, Jane’s Information Group, Asi Group, Control Risk Group, Global Strategies Group, Global Source, iJet, International Regional Security Agency, Nc4, Olive Group, Secure Solutions International, Specialist Intelligence and Security Services, Kroll, The Steele Foundation , TranSecur, World-Check, Hacklyut, ecc.

 


Related Articles

Interrogati sul Corano e trucidati

Loading

Kenya, agguato al bus vicino al confine somalo: gli «infedeli» divisi dai musulmani Le vittime sono 28. L’attacco rivendicato dagli shebab: «Risposta ai raid nelle moschee»

Alla mercé di un Mig, vivere (e morire) in Siria

Loading

   Macerie ad Al Bab – Foto: Andrea Bernardi

Al Bab – È quando meno te lo aspetti che arriva il pericolo. Non ti avvisa nessuno. Solo un forte rumore proveniente dal cielo è il segnale che il MIG sta per piombare con le sue potenti bombe da qualche parte. Le teste di chi è per strada sono tutte rivolte in alto. Il Jet volteggia nel cielo per qualche minuto, poi punta dritto verso l’obiettivo. Che quasi mai centra. Qualche secondo di silenzio, il boato, il fumo e la solita tragedia che si ripete quasi ogni giorno da oltre due mesi. Non è la scena di un film, ma la quotidianità  di chi vive nella cittadina di Al Bab, roccaforte dei ribelli a meno di 40 chilometri da Aleppo. Qui non ci sono combattimenti per le strade, non ci sono cecchini dell’esercito libero siriano appostati sui tetti delle case da abbattere. Non siamo nel campo di battaglia di Aleppo. La città , come dicono i suoi abitanti, “è stata liberata da parecchio tempo”.

Turchia, il Pkk fa strage di soldati i ribelli curdi all’attacco: 24 morti

Loading

Salta il negoziato segreto con Ocalan. Rappresaglia di Ankara in Iraq.  Il presidente Gul: “È iniziata la grande vendetta”. Decine di guerriglieri uccisi. L’attentato è il più grave messo a segno dal Partito dei lavoratori dal 1993 

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment