Dove i beni comuni ora hanno un assessore

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NAPOLI – Il quorum viene raggiunto anche in Campania: 52,3%, con il picco del 54,9 a Salerno e provincia, il livello più basso nel casertano con il 50,15. Una vittoria dei Comitati per l’acqua pubblica che hanno lavorato per oltre un anno in modo capillare sul territorio, raccogliendo quasi 100 mila firme in Regione per la presentazione dei quesiti. Lavoro proseguito bypassando i tentativi di sabotaggio dei media e della politica. L’ultimo la scorsa settimana, quando in nove comuni campani, tra cui Ischia, si è andati a votare per referendum consultivi, senza accorpamento e senza per altro raggiungere il quorum.
Nel capoluogo partenopeo domenica sera si era registrata l’affluenza più bassa d’Italia (33,2% rispetto al 41 nazionale), complice il tempo bello ma, soprattutto, i guasti al Centro elaborazione dati del comune. Risultato: notevoli rallentamenti nelle procedure di rilascio delle tessere e degli attestati di voto. Alla fine ieri pomeriggio a Napoli i votanti sono stati quasi il 49,3% (51,7 con l’hinterland, record a Portici con il 61,53), un dato che la dice lunga sulla partecipazione, visto che in città  nel 2006 furono il 39,4 e nel 2009 appena l’11,5%.
La festa comincia alle 18 in piazza del Gesù, convocata appena poche ore prima via facebook: un palco improvvisato e artisti convocati al volo, prime adesioni da Lidrica, Massimo Mollo, Capone&BungtBangt. Il capannello più grande è intorno a padre Alex Zanotelli: «Da Lucarelli ci aspettiamo come primo atto la trasformazione dell’Arin, la società  che gestisce il servizio idrico napoletano, da Spa ad azienda speciale. E poi continueremo a chiedere che il capitale esca dalla gestione delle risorse idriche in ogni sede internazionale». Contento ma critico il sassofonista Daniele Sepe: «Il 40% che non ha votato non è fatto da amministratori delegati della Danone. Non li abbiamo saputi coinvolgere su temi come l’acqua e il nucleare, dopo Fukushima, perché è gente che magari ascolta Gigi D’Alessio e la sinistra li considera irrecuperabili malavitosi».
Si vedono in giro famiglie, studenti, persino anziani con la bandiera dei referendum in spalla, sull’obelisco che domina la piazza i collettivi hanno messo lo striscione «Il popolo comanda. Il governo obbedisce», la scommessa è proseguire il lavoro sul territorio per pesare sulle scelte politiche. «L’assessorato ai Beni comuni è un segnale importante ma nessuna delega in bianco – commenta Vittorio Forte dei comitati campani – Bisogna cambiare l’approccio ai territori». Una vittoria dell’impegno dal basso anche per la Rete Commons! e il Laboratorio Insurgencia: «Poco meno del 50% a Napoli, ma nei quartieri dove il movimento è più radicato abbiamo avuto risultati molto più alti – spiega Antonio Musella – come il 53,8 a Chiaiano. È il momento di cimentarsi con una nuova gestione dei beni comuni a cominciare dall’acqua, l’energia, l’ambiente».


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