Equitalia “disarmata” e retromarcia sui pedaggi

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ROMA – Il decreto sviluppo passa l’esame della Camera e si prepara a quello del Senato, dove diventerà  legge entro il 12 luglio. Dopo una maratona durata dieci ore, il provvedimento, voluto dal governo per la semplificazione fiscale e lo sviluppo, prima ottiene la fiducia, la numero 44 in tre anni (317 sì, 293 no e 2 astenuti), e poi in serata incassa il voto finale dell’Aula (308 sì, 288 no, 2 astenuti, su 598 presenti). Tra le novità  di un testo che ha cambiato più volte pelle, rispetto alla versione licenziata dalle Commissioni, l’allentamento delle «ganasce fiscali», fortemente voluto dalla Lega, con il ridimensionamento di Equitalia. E la retromarcia dell’esecutivo sui pedaggi da imporre alle tratte a diretta gestione Anas, oltre 1.300 chilometri, tra cui il Grande raccordo anulare e la Roma-Fiumicino (accolti due ordini del giorno di Pd e Pdl).
Il dl sviluppo, noto come il decreto “delle spiagge”, norma prima inserita poi stralciata che prevedeva la concessione del diritto di superficie ai privati per vent’anni, nei suoi 14 articoli prova, dunque, a ricostruire la pax fiscale tra contribuenti ed Equitalia con il divieto del ricorso alle ganasce fiscali per importi fino a duemila euro e quello di pignorare la prima casa per debiti inferiori a 20 mila euro. Non passa, poi, la norma più temuta, ovvero l’esigibilità  immediata del debito, senza iscrizione a ruolo (oggi trascorrono 60 giorni dall’accertamento alla riscossione).
I Comuni tuttavia non brindano. Dal primo gennaio 2012 non saranno più assistiti da Equitalia e dovranno riscuotere le entrate in proprio, utilizzando la vecchia e complessa ingiunzione di pagamento. «L’importante è mettere le ganasce a Equitalia perché ci sequestrano le case e i trattori», sintetizza Umberto Bossi, leader del Carroccio. «Un’ulteriore stangata per i Comuni, anziché irrobustire gli strumenti per la lotta all’evasione», risponde Graziano Delrio, vicepresidente Anci. Di fatto «è un condono». A breve, intanto, sono attese novità  per Equitalia. Dal primo luglio la società  di riscossione sarà  snellita: da 16 enti (come Equitalia Gerit a Roma, Equitalia Nomos a Torino) si passerà  a tre macroaree.
Tra le norme più contestate del dl sviluppo, quella sui precari della scuola. «L’ennesima coltellata ai precari», la definisce Antonio Di Pietro, leader dell’Idv. Il comparto scuola (65 mila precari) viene in pratica escluso dalla direttiva europea che stabilisce la trasformazione automatica, dopo tre anni, del contratto a tempo determinato in indeterminato. Una decisione che si affianca all’altra, altrettanto contestata, dei 20 mila insegnanti abilitati e abilitandi in Scienze della formazione primaria e in didattica della musica esclusi dalla possibilità  di inserirsi nelle graduatorie per accedere alle assunzioni in ruolo e alle supplenze annuali. «Una pietra tombale sulle attese dei precari della scuola», commenta Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd della Commissione cultura della Camera.

 


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