Finito lo sciopero della fame, futuro ancora incerto

by Editore | 16 Giugno 2011 7:42

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Allo sciopero della fame, iniziato il 31 maggio da 4 cassintegrati «contro il commissariamento e le mancanze di prospettiva», dicono Nicoletta Zago e Lucio Sabadin, diventati nel frattempo la voce critica del Nord Est, si erano poi aggiunti altri 5 operai. Certamente a seguito del tavolo che il 27 maggio si è tenuto tra i rappresentati delle istituzioni locali, i cassintegrati Vinyls e i sottosegretari del ministero allo Sviluppo: «Un’incontro che ha sortito solo un altro incontro a data da definire e in cui si è accertata l’uscita di scena del fondo elvetico Gita, benché le dichiarazioni del ministro Paolo Romani in aprile confermavano l’imminente trasferimento dei capitali del fondo svizzero per l’acquisto degli stabilimenti di Porto Torres, Ravenna e Marghera», spiegano i cassintegrati di Marghera. Eppure sul tavolo della trattativa per un nuovo acquirente di Vinyls, dal 2009 a oggi, sono passati prima il gruppo croato Dioki, poi il fondo Gita, nuovamente la Dioki e ora sembrerebbe che la partita sia nelle mani della Igs spa. Ma la Igs spa, ha dichiarato l’amministratore delegato Roberto Castiglioni, è interessata solo all’acquisizione degli stabilimenti di pvc della Vinyls di Ravenna. Insomma rimangono fuori sia il sito di Marghera che Porto Torres.
Intanto dopo 460 giorni, l’8 giugno scorso, i cassintegrati hanno abbandonato l’isola dell’Asinara, nonostante l’incertezza sul loro futuro e gli elogi «per dignità  e coraggio» del Presidente Napolitano. Per Porto Marghera, invece, la regione Veneto aveva promesso, a fine maggio, di stanziare 30 mila euro per garantire l’indennità  ai 170 cassintegrati che da quattro mesi e mezzo non percepiscono alcun contributo. «Ma ancora non abbiamo percepito nulla», ribattono da Marghera. E nel frattempo il paradosso è che sono obbligati a garantire i turni di presidio per la sicurezza degli impianti. «Obbligo di presidio» che risale addirittura al 15 dicembre 2009 e il cui venir meno significherebbe essere precettati dalla Prefettura di Venezia. Peraltro si tratta degli impianti che contengono materie prime, sostanze tossiche come il decloretano, che da due anni sono fermi e in attese del riavvio della produzione. Ieri si è aggiunto anche un incontro con il Patriarca di Venezia, Angelo Scola. Ma l’ultimo messaggio, in sintonia con l’idea che la lotta mediatica sia più intensa di qualsiasi altro intervento, i cassintegrati di Marghera l’hanno lanciato il week-end scorso in occasione dell’Heineken Jammin’ Festival. Hanno inviato un’ennesima lettera, questa volta però a Vasco Rossi. E dalla voce del rock italiano sono stati ricevuti sabato scorso, poco prima che il cantante si esibisse: «Siamo stati accolti da Vasco – raccontano Lucio e Nicoletta – e siamo rimasti con lui più di mezz’ora. Probabilmente dopo le prossime date di Milano, Vasco interverrà  pubblicamente per noi. Questa mattina (ieri, ndr) ho ricevuto un suo sms».

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