Fresca, preziosa ed ecosostenibile

by Editore | 21 Giugno 2011 6:30

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Vi siete mai chiesti che fine fa la bottiglia di plastica vuota dell’acqua minerale? Se gettata negli appositi cassonetti per la plastica, può tornare a nuova vita e trasformarsi in tessuto poliestere (come il pile), nel tappetino in moquette dell’auto o nell’imbottitura del divano di casa. In verità  la particolare plastica di cui è fatta la bottiglia che contiene l’acqua minerale, ma anche le bibite gassate, si chiama Pet, che sta per il ben più complicato “polietilentereftalato”. Gli italiani sono grandi amanti dell’acqua minerale in bottiglia, tant’è che sono i primi al mondo nella sua produzione e i terzi consumatori, preceduti solo da Emirati Arabi e Messico (dati Beverage Marketing Corporation). Stando ai dati di Mineracqua, l’associazione dei produttori di acqua minerale, il 98 per cento delle famiglie italiane beve acqua minerale, circa duecento litri l’anno a testa, con un consumo pro-capite attorno ai 200 litri all’anno.
Il beneficio derivato dal riciclo delle bottiglie in Pet delle acque minerali negli ultimi undici anni è stato quantificato in 1,2 miliardi di euro, quello derivante dal riciclo degli imballaggi in plastica in genere in 2,7 miliardi di euro. A fare i calcoli è la società  di consulenza Althesys, che ha svolto recentemente un’indagine, commissionata dal gruppo Sanpellegrino, il colosso italiano del beverage presente in 120 paesi e che fa parte della multinazionale Nestlé. Le politiche di sostenibilità  nel settore delle acque minerali hanno evitato 42 discariche, tre milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica e l’utilizzo di materie prime. La raccolta differenziata rappresenta un costo, cosiccome il trasporto dei materiali da avviare al riciclo e i costi strutturali, ma vanno considerati tutti i benefici derivanti dal riciclo: energia generata, emissioni e costi di smaltimento evitati, materia prima secondaria prodotta, l’indotto, tra occupazione e attività  economiche. Va inoltre considerato il beneficio della prevenzione, ossia la riduzione all’origine degli imballaggi: in undici anni il consumo di Pet si è ridotto del 35 per cento, portando benefici per 23 milioni di euro. Si parla ovviamente di stime del beneficio perché poi ci sono una serie di vantaggi nel riciclare gli imballaggi, non facilmente monetizzabili, a partire dal minore impatto ambientale.
A iniziare il riutilizzo del Pet delle bottiglie per produrre altre bottiglie in Pet (processo bottle-to-bottle) è Sanpellegrino che ha prodotto la prima bottiglia fatta per il 25 per cento da Pet riciclato. In undici anni il gruppo ha ridotto del 16 per cento l’utilizzo di Pet (9mila tonnellate) e, grazie al riciclo, ha generato benefici per 232 milioni di euro, evitando l’emissione di 559mila tonnellate di anidride carbonica. Gli imballaggi riciclati sono stati di quasi 205mila tonnellate, pari a otto discariche. E d’altra parte l’attività  di riciclo crea anche nuovi posti di lavoro, per un indotto di quasi 153 milioni di euro netti. Quella che viene definita la green economy.

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