I magistrati di Salerno attori per un giorno

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Per rendere la lotta alla mafia una battaglia culturale meno solitaria, i magistrati della Procura salernitana hanno scelto di diventare attori per un giorno. Martedì alle 17,30 sul palco del teatro Verdi di Salerno il capo della Procura di Salerno, Franco Roberti, ex coordinatore della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, vestirà  i panni di Paolo Borsellino per un pomeriggio dedicato alla legalità . Al reading di brani liberamente tratti dall’opera Paolo Borsellino essendo Stato di Ruggero Cappuccio partecipano i magistrati Umberto Zampoli, Maria Teresa Belmonte, Lucia Casale, Ornella Dezio, Maria Chiara Minerva, Rocco Alfano e Luigi D’Alessio che in scena interpreterà  Giovanni Falcone.
«Il contatto, forte, con la società  civile è una occasione di crescita, per entrambi – ha spiegato il pm D’Alessio – crediamo nella osmosi tra magistratura e società . È anche così, che si vince la lotta alla criminalità  organizzata». Roberti precisa: «Non sarà  una rappresentazione farsesca della magistratura, come spesso finisce sui giornali ma l’interpretazione giusta dei magistrati, non centro di potere ma strumento di servizio».
Alla messinscena seguirà  la tavola rotonda Legalità  in terre di mafia con don Tonino Palmese, Ruggero Cappuccio, l’antropologo Paolo Apolito, i magistrati Rosa Volpe e Vito Di Nicola e Alessandra Clemente, figlia di Silvia Ruotolo la donna uccisa per errore dalla camorra nel 1997 (sabato è l’anniversario dell’omicidio). La ragazza che allora aveva 10 anni ha scelto di studiare per diventare magistrato e ha fondato un comitato intitolato alla madre. Modera il dibattito giornalista Edoardo Scotti. Intervengono il presidente e il segretario nazionale di Magistratura Democratica, Luigi Marini e Piergiorgio Morosini, e il presidente e il segretario nazionale del Movimento per la Giustizia – Art.3, Antonella Magaraggia e Valerio Fracassi. «È un modo per combattere due forme di solitudine – spiega il gip Maria Teresa Belmonte – quello dei giudici e quello dei cittadini di fronte alla macchina della giustizia».


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