Il business 2010 dell’ecomafia è stato di 19,3 miliardi.

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Il calcolo è presto fatto. La gestione illegale dei rifiuti speciali è scesa o da 7 a 3,3 miliardi: cifra che si ottiene dal censimento ufficiale dell’Ispra che confronta i quantitativi prodotti e quelli gestiti. Se nel 2009 i rifiuti spariti nel nulla erano 31 milioni di tonnellate, nel 2010 sono stati “solo” 14,5 milioni. Una valutazione controversa, sottolinea però Legambiente. Con un’immagine è come se si mettessero in fila 82.181 tir carichi di rifiuti, uno dietro l’altro, per un percorso lungo 1.117 chilometri, più o meno come da Reggio Calabria a Milano.

Il fatturato che finisce nelle tasche dei clan mafiosi da investimenti nelle opere pubbliche si aggira intorno agli 11 miliardi. L’abusivismo edilizio è a quota 1,8 miliardi. Un dato che rispecchia la sostanziale stabilità  del fenomeno dell’edilizia fuorilegge: 26.500 unità  abitative abusive nel 2010 a fronte delle 27.000 del 2009. “Un dato però che, se letto alla luce della grave congiuntura economica che ha colpito in modo significativo anche il settore delle costruzioni – sottolinea il Rapporto – acquista un valore oltre modo preoccupante”. Il cemento selvaggio, dunque, non accusa il contraccolpo della crisi. Il racket degli animali è fermo a circa 3 miliardi mentre l’archeomafia (il traffico di opere e reperti) ha fruttato 216 milioni.

I REATI AMBIENTALI
Non accenna ad arrestarsi l’escalation dei reati penali in campo ambientale, che nel 2010 sono stati 30.824, con un incremento del 7,8% rispetto all’anno precedente. Più di 84 reati al giorno, 3,5 ogni ora. Diminuiscono invece le persone denunciate, 25.934 (l’anno prima erano 28.472), gli arresti, che si fermano a quota 205 (316 nel 2009) e i sequestri 8.771 (nel 2009 erano 10.737). Aumentano le infrazioni nel ciclo dei rifiuti, che crescono del 14% (5.950 nel 2010, 5.217 nel 2009), con un boom di interventi delle Capitanerie di porto, che hanno triplicato i reati accertati.

Diminuiscono invece i reati nel ciclo del cemento, che passano da 7.463 nel 2009 a 6.922 nel 2010. Invariato nella sostanza il numero delle infrazioni nel ciclo alimentare, che si ferma a quota 4.520 (l’anno prima erano 4.568). Il Comando dei Carabinieri a tutela del patrimonio culturale, la Guardia di finanza e le altre Forze di polizia, nel 2010 hanno accertato 983 furti di opere d’arte, recuperato 84.869 oggetti d’arte, arrestato 52 persone e indagate 1.237. Crescono del 13,2% anche i reati accertati contro la fauna, che nel 2010 hanno raggiunto quota 5.835 (erano 5.154 nel 2009). Diminuiscono gli incendi, anche se il numero rimane alto: dai 5.362 del 2009 ai 4.883 del 2010 (una flessione del 9%), che significa, comunque, più di 13 casi al giorno.


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